Nero veneziano
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Voto:
Dopo la morte della nonna, i fratelli Mark (Renato Cestiè) e Christine (Rena Niehaus) vanno a vivere alla Giudecca in una pensione di proprietà degli zii. Mark, che è cieco, ha visioni spaventose e, dopo l'arrivo di un losco figuro che si presenta come Dan (Yorgo Voyagis), il ragazzo si convince che quello sia il Diavolo e che voglia ingravidare la sorella per mettere al mondo l'Anticristo.
LA RECE
Rispolverabile satanistico de noantri con la solita Venezia funerea, qui ancor più sinistra. Lampi di ferocia e sessualità imprevisti. Intruglio non ben servito ma interessante.
Ultimo film diretto da Ugo Liberatore, girato da questi in modo caotico con la sceneggiatura scritta in itinere, l'attrice Niehaus sull’orlo di una crisi di nervi, il produttore Luigi Borghese (marito della Bouchet) a litigare con Liberatore e quest’ultimo a minacciare di suicidarsi buttandosi giù dal balcone. Dal parossismo, ne emerge, con coerenza, uno strano intruglio di tematiche sataniche che affiancano momenti di un certo lirismo funereo, tipicamente veneziano, a squarci di brutalità che forse hanno impedito alla pellicola di avere popolarità ma che l'hanno resa interessante per il pubblico in cerca di roba forte. Debitore verso il Presagio (1976) e, in parte, anche con Rosemary's baby (1968), il film narra della venuta al mondo dell'Anticristo, cosa molto in voga al tempo, ribaltando la storia di Gesù in ottica demoniaca con tanto di ultima cena blasfema e "Unto dal Demonio", prima trafitto dalle spine e poi risorto. Liberatore, grazie all'attenta fotografia di Alfio Contini (il Portiere di notte, 1974), riesce a rendere ancora più tetra del solito una Venezia nebbiosa e scarna che sembra essere fatta solo di case deserte e cimiteri; in effetti, la location suggestiva sollecita un senso d'inquietudine più di quanto riesca la storia. Occhio ad alcune scene di sesso inserite furbescamente che mostrano più di quello che sembri, giusto per chi abbia voglia di giocare con la pausa e i fotogrammi. Gli effetti speciali sono ben realizzati, mentre gli effetti sonori sono parecchio dozzinali, anche se le risate demoniache non sono niente male. Circa la paura, il film ha i suoi momenti fra pozzi sudici, bambole che sanguinano e fantasmi alla finestra. In tale atmosfera cupa e quasi avulsa dal tempo, si snoda il racconto che ogni tanto approda a momenti splatter, come sarà per la semi-decapitazione del prete. Da citare, fra le scene scioccanti, il lancio di un neonato contro una scultura fatta di spuntoni metallici, una scena brutale anche per i miei standard. Gli interpreti non brillano, soprattutto la bella Rena Niehaus in un ruolo di un'antipatia epidermica; Cestié di Ecologia del delitto (1971) fa il suo lavoro; Voyagis (Nosferatu a Venezia, 1988) è uno dei più scarsi Satana mai visti, decisamente più inquietante il sinistro prete Stefani interpretato da José Quaglio (l'Occhio dietro la parete, 1977). Triplice ruolo, e chissà poi perché, per Olga Karlatos (Zombi 2, 1979). Risultato finale sufficiente, salvato, dalle atmosfere e dal buonissimo score di Pino Donaggio. Da rispolverare.
TRIVIA
Ugo Liberatore (1927) dixit: “Io lavoravo al Terzo Programma culturale della RAI, anche con regie radiofoniche e testi critici. […] Erano gli anni tra il 1955 e il 1960. […] Si facevano sceneggiati che, allora, si chiamavano “serate a soggetto”, su testi classici. […] Avevo amici che mi chiamavano. Per esempio, c’era anche Festa Campanile che collaborava al Terzo Programma RAI. Questi amici mi chiedevano spesso un lavoro di rilettura perché io venivo dalla carriera accademica: sono stato due anni assistente universitario di Giuseppe Ungaretti con cui mi laureai [...] Infatti, anche le “serate a soggetto” che facevo in radio avevano una struttura letteraria. Così, al cinema, prima mi chiedevano pareri critici sulle sceneggiature che mi sottoponevano, poi ho cominciato a fare una rilettura, una revisione e, di lì in poi, cominciai a collaborare. Piano piano ho abbandonato la RAI e ho cominciato l’attività a tempo pieno di sceneggiatore, fino al ’62 quando ebbi un contratto in esclusiva con la Champion di Ponti” (cinemaco-micoitaliano.blogspot.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Regista:
Ugo Liberatore
Durata, fotografia
89', colore
Paese:
Italia
1978
Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
