Smile
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Voto:
Rose Cotter (Sosie Bacon), psichiatra, assiste impotente al suicidio della paziente Laura Weaver (Caitlin Stasey), che prima di sventrarsi la fissa con un sorriso agghiacciante. Da quel momento Rose sperimenta visioni di persone ghignanti e allucinazioni crescenti. Nessuno le crede - né il fidanzato Trevor (Jessie T. Usher) né i colleghi - e viene isolata socialmente e professionalmente. Con l'ex fidanzato poliziotto Joel (Kyle Gallner) scopre una catena di suicidi: ogni vittima si uccide davanti a un testimone che diventa la prossima vittima entro quattro giorni. L'unico modo per spezzare la maledizione è uccidere qualcun altro trasferendo l'entità. Rose collega tutto al proprio trauma infantile: assistette da bambina al suicidio della madre (Robin Weigert) senza poterla salvare. Tornata nella casa d'infanzia per affrontare il passato, Rose si scontra con l'entità manifestatasi in forma mostruosa, scoprendo l'impossibilità di sfuggire quando il trauma personale alimenta la maledizione.
LA RECE
Parker Finn distilla l'archetipo della maledizione contagiosa attraverso un'intuizione iconografica potente: il sorriso come stigma mortale, e come maschera per l’infelicità, paradossale rovesciamento semantico che trasforma un’espressione positiva in maschera di morte. Da questo vertice iniziale, però, l’dea si diluisce in una struttura ripetitiva. Il film funziona, spaventa, ma non persiste a schermo spento.
La maledizione cinematografica che si propaga per contagio visivo costituisce ormai un archetipo consolidato del cinema horror contemporaneo: da Ringu (1998) a It Follows (2014), passando per innumerevoli variazioni sul tema, il genere ha esplorato ogni possibile declinazione del trauma che migra da un corpo all'altro. Finn, al suo esordio nel lungometraggio dopo il breve Laura Hasn't Slept (2020) di cui Smile è l’estensione, non pretende di sovvertire questa tradizione, ma sceglie di distillarla attraverso un'intuizione iconografica tanto semplice quanto penetrante: il sorriso come stigma mortale, ghigno congelato che precede il suicidio. Di più, poiché il tema è un’entità che incarna il trauma, il suo simbolo diventa paradossalmente l’opposto della tipica risposta al trauma, ovvero il sorriso. È proprio in questa scelta semantica che risiede l'unico elemento di autentica originalità del film. Il sorriso - gesto universalmente associato alla gioia, alla rassicurazione - viene rovesciato nella sua dimensione più perturbante, trasformandosi in maschera orrorifica; oltre a ciò, il sorriso viene connesso a tutto ciò che non fa ridere e finisce per essere accomunato alla morte generando qualcosa di profondamente incongruo a livello di comune significato. Oltre a ciò, c’è il tema, assolutamente sensato a livello clinico, della contaminazione del trauma da una persona all’altra o fra genitori e figli (danno transgenerazionale) e di come esso crei circolarità. Da questo vertice iniziale, tuttavia, Smile imbocca sentieri non troppo originali: la protagonista traumatizzata alla quale nessuno crede, l'indagine sulla catena di morti precedenti, l'accumulo di apparizioni spettrali scandite da jump scare prevedibili, il trauma infantile irrisolto come chiave interpretativa. Parker Finn e il direttore della fotografia Charlie Sarroff dimostrano indubbio mestiere nella costruzione dell'atmosfera ma la sceneggiatura procede per accumulo, moltiplicando situazioni intercambiabili in cui Rose (Sosie Bacon, figlia di Kevin Bacon e Kyra Sedgwick) deve semplicemente reagire con terrore crescente. Sembra, quindi, che il lungometraggio tradisca la sua origine di cortometraggio: l'idea forte viene diluita in un formato che richiede variazioni, approfondimenti, deviazioni, ma Smile risponde semplicemente reiterando lo stesso schema. Divisivo. Per alcuni, l’occasione mancata di realizzare un horror psichiatrico più raffinato - tipo Session 9 (2001) o Saint Maud (2019) - che si giocasse su una maggiore ambiguità, lavorando in una zona grigia in cui patologia mentale e dimensione fantastica si contaminano reciprocamente ma non si risolvono mai nella manifestazione concreta del mostro, fino a poco prima metaforico. In realtà, Smile, preferendo la certezza del soprannaturale alla complessità dell'indeterminato, offre alla vista dello spettatore un mostro decisamente inquietante, il quale, peraltro, non annulla del tutto la dimensione metaforica e clinica. In primis, perché esso viene visto solo dalla protagonista, quindi potrebbe essere frutto della sua mente; in secondo luogo, perché si suggerisce l’idea - valsa per millenni - che, dietro una certa patologia mentale, vi sia l’azione demoniaca. Il film funziona, spaventa, in certi casi disturba ma lascia dietro di sé essenzialmente poche sequenze in memoria, senza riuscire a configurarsi come profonda inquietudine a schermo spento.
TRIVIA
Parker Finn (1987) dixit: "Abbiamo usato alcuni soprannomi durante la produzione [per la creatra], ma per me, ai fini della storia, è sempre stato molto importante non definirlo, non metterlo in nessuna scatola perché penso che l'ignoto sia sempre molto più spaventoso di quando si toglie il velo da esso. E adoro anche l'ambiguità in cui il film vive. C'è qualcosa di davvero interessante nel prendere qualcosa di così interno e psicologico, e poi qualcosa di così esterno e assurdo, intrecciandoli insieme fino a renderli indistinguibili. E spero che questo possa rendere più teso il pubblico." (IMDb.com).
⟡ Un paio di giorni prima dell'uscita del film, che sarebbe avvenuta il 30 settembre 2022, alcuni attori del film si sono presentati a varie partite di baseball, seduti dietro la base di casa immobili e sorridenti mentre fissavano la telecamera, indossando le magliette di Smile.
⟡ I sorrisi nel film sono tutti naturali e non arricchiti da effetti visivi.
⟡ La Paramount aveva inizialmente pianificato che il film, con un budget ridotto di 17 milioni di dollari, fosse disponibile solo in streaming su Paramount+. Dopo un test screening e l’ottenimento di un punteggio molto più alto del previsto, la Paramount decise di concedergli una distribuzione cinematografica negli Stati Uniti dove incassò 22 milioni di dollari durante il weekend di apertura; il responsabile della distribuzione di Paramount, Chris Aronson, disse: "il film ha superato le nostre aspettative più folli." Smile ha incassato 217 milioni di dollari in tutto il mondo.
⟡ Dovendo spiegare agli attori che tipo di sorriso volesse, il regista Finn così lo descrisse: “Uno sguardo spento che non combina con un sorriso a 32 denti che mette a disagio, dato che risulta come fosse predatorio”
⟡ Quando il logo Paramount viene mostrato nel trailer, viene immediatamente capovolto in modo che l'arco di stelle assomigli a un sorriso.
⟡ Le pareti dell'ospedale dove lavora Rose sono dipinte in una tonalità di rosa nota come Baker-Miller Pink. Alla fine degli anni '60, Alexander Schauss condusse ricerche approfondite sugli effetti di questo colore sulle emozioni e concluse che poteva ridurre comportamenti ostili, violenti o aggressivi. Di conseguenza, il Baker-Miller Pink veniva utilizzato soprattutto in penitenziari, reparti psichiatrici e altri ambienti per mitigare comportamenti dannosi. Tuttavia, studi successivi pare abbiano dimostrato che l'effetto calmante del colore dura solo 15-30 minuti, e ulteriori ricerche suggeriscono che in certi contesti il colore può effettivamente avere un effetto negativo, peggiorando comportamenti ostili, violenti e aggressivi.
⟡ Diverse inquadrature ruotano sottosopra, per rafforzare che il concetto convenzionale di sorriso come espressione di felicità o cortesia che, invece, si ribalta, diventando un'espressione sadica del male.
⟡ Il titolo appare solo dopo 13 minuti di film.
⟡ Parker Finn ha descritto alcune delle sue ispirazioni per il film: Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York (1968); Safe (1995) di Todd Haynes e Cure (1997) di Kiyoshi Kurosawa per l'atmosfera da incubo.
⟡ Victoria indossa una collana che ricorda la vera forma dell'entità.
⟡ Sul muro di Joel è visibile il poster del film italiano di Gli Spericolati (1969).
⟡ In un'intervista del 2022 resa al podcast "Inside of You" con Michael Rosenbaum, Kyle Gallner ha detto che, durante le riprese di Smile ricevette la diagnosi di malattia di Lyme, ma che da allora si è ripreso.
Fast rating

Titolo originale
Id.
Regista:
Parker Finn
Durata, fotografia
115', colore
Paese:
USA
2022
Scritto da Exxagon nel novembre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

