V/H/S
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Voto:
Un gruppo di teppisti, specializzati in atti vandalici filmati, ricevere l'incarico di penetrare nell'abitazione di un anziano per sottrarre una particolare videocassetta ma inizieranno a guardarne anche altre. Amateur night (di David Bruckner): tre ragazzi dotati di occhiali con microcamera nascosta tentano l'approccio in un locale e riescono a portarsi a casa due ragazze ma Lily (Hannah Fierman) è strana assai. Second Honeymoon (di Ti West): una coppia in viaggio attraverso l'Arizona documenta la propria vacanza con ordinaria quotidianità; poi, il passaggio dato ad una persona e, quella stessa notte, qualcuno entra nella stanza mentre i due dormono. Chi sarà? Thursday the 17th (di Glenn McQuaid): un gruppo di giovani si dirige verso una baita isolata nei boschi, filmando il viaggio. Non ci arriveranno mai: un'entità assassina li sta braccando, un entità che viene vista solo dall'occhio della telecamera. The Sick Thing That Happened to Emily When She Was Younger (di Joe Swanberg): Emily (Helen Rogers) e James (Daniel Kaufman), coppia separata geograficamente, mantiene la relazione via webcam. Emily inizia a percepire presenze nell'appartamento; però, non tutto è come sembra. 10/31/98 (del collettivo Radio Silence): Quattro amici si dirigono verso una festa di Halloween, ma l'indirizzo li porta a una casa apparentemente abbandonata. All'interno, presenze spettrali appaiono e scompaiono. Salendo in soffitta, scoprono un gruppo di cultisti che sta per sacrificare una ragazza legata.
LA RECE
Antologia found footage che sfrutta il formato VHS come dispositivo nostalgico per sei episodi di qualità disomogenea. Un progetto modesto ma svelto che ha inaugurato una formula replicabile, interessante per gli appassionati del genere come vetrina di sensibilità autoriali emergenti.
Un collettivo di registi si cimenta con il tropo del found footage che nasconde immagini turpi, maledette, senza dio; ovvero, la simulazione del rinvenimento di materiale audiovisivo perduto ed organizzato secondo la logica dei portmanteau, l’horror ad episodi di antica tradizione. La scelta del formato VHS come dispositivo narrativo - in un 2012 in cui le videocassette magnetiche erano ormai archeologia tecnologica - istituisce fin dal titolo una dimensione nostalgica; quel VHS sporco, consumato, duplicato infinite volte che diventava oggetto cult per iniziati e, di certo, deposito di cose antiche, arcane, dimenticate. La wrap-around story vede un gruppo di giovinastri che entrano nell'abitazione di un anziano, peraltro rinvenuto deceduto, con il mandato di sottrarre una particolare videocassetta. Chi è il vecchio? Cosa contiene la cassetta ricercata? La storia di contorno rimane sostanzialmente irrisolta, funzionando come mero pretesto per innestare i vari episodi; una debolezza strutturale, certo non grave, che, però, tradisce l'origine produttiva di un lavoro che è assemblaggio di cortometraggi preesistenti legati in post-produzione. Ad ogni modo, il primo episodio, diretto da David Bruckner (futuro autore di The Ritual, 2017), trasporta il mito della succube medievale, o di Lilith, nell'ambiente contemporaneo, con una bella Hannah Fierman, all’inizio strana alquanto con tutti i suoi “I like you”, poi con un volto più alieno che demoniaco in quel finale di volo notturno mentre la telecamera rimanda immagini confuse che comprenderemo bene solo al termine. L’episodio, di buona fattura, convince Bruckner stesso a finanziarne un’espansione (Siren, 2016) per la regia di Gregg Bishop. A Ti West (the Innkeepers, 2011; Sacrament, 2013) spetta il secondo episodio che riesce a sorprendere per lo sviluppo, dato che sembra proporsi, inizialmente, come una sorta di “home invasion” patita da una coppia in vacanza, anche se poi si capisce che qualcosa non torna quando l’intruso compie gesti di violazione intima più che di violenza (lo spazzolino nel water). L’unico omicidio visibile è ben realizzato e di una certa efferatezza; poi arriva la sorpresa finale. Glenn McQuaid (I Sell the Dead, 2008) rivisita lo slasher forestale con i soliti fresconi nel bosco, i quali, però, nella fattispecie, vengono presi di mira da una sorta di Predator elettromagnetico la cui presenza viene meglio rivelata dall'occhio della telecamera. Idea interessante ma non molto ben sviluppata, tale per cui si rimane in una logica di eliminazione in catena, quella, cioè, tipica dello slasher. Joe Swanberg, figura di rilievo all’interno del genere mumblecore americano (Autoerotic, 2011), costruisce un episodio abbastanza inventivo nel quale la video-chiamata e i glitch tipici del dispositivo (pixel, delay, …) diventano elementi narrativi in vista di un finale che viola parecchio le aspettative di un racconto che sembrava tipicamente quello con le brutte presenze in un appartamento, tipo Paranormal Activity (2007). Interessante il tema dell’uso della video-chat come strumento di legame e controllo; banale, si dirà, ma nel 2012 non del tutto. Il collettivo Radio Silence, quartetto di film-maker losangelini che proseguiranno con il franchise di VHS, chiude l'antologia con l'episodio tecnicamente più complesso rispetto agli SFX per istruire una storia che si svolge in un luogo che si fa portale infernale che risucchia i personaggi, in un’ottica che richiama le vecchie pellicole ottantine demonologiche. Carino ma nulla più. Il progetto V/H/S, che avrà diversi altri seguiti, offre uno spettacolo modesto, disomogeneo e poco coeso ma anche svelto e moderno, proprio per la sua natura di horror di fruizione veloce, con una formula facilmente replicabile: V/H/S/ 2 (2013), V/H/S Viral (2014), V/H/S (Mini serie TV 2018), V/H/S/94 (2021), V/H/S/99 (2022), V/H/S/85 (2023), V/H/S/Beyond (2024), V/H/S/Halloween (2025). La struttura antologica permette di coinvolgere sempre nuovi registi, minimizzare i rischi produttivi, testare talenti emergenti. Per gli appassionati del genere rappresenta un'interessante raccolta di approcci diversi all'horror contemporaneo, un'occasione per vedere emergere sensibilità autoriali che poi potrebbero trovare piena espressione in opere successive. Qui restiamo un po' delusi.
TRIVIA
Brad Miska, ideatore del progetto, dixit: “Francamente, il mio focus è la capacità attentiva. Ho questa idea. Penso che i film siano troppo lunghi, soprattutto oggi. Due ore sono troppe per raccontare una storia. Eppure, il nostro film dura un'ora e 45 minuti. Sono un ipocrita! Ma penso che l'idea del cinema di breve formato sia piuttosto interessante, soprattutto con una generazione che manca di attenzione. Penso che questa cosa diventerà sempre più marcata col passare del tempo. E quando fai un film tipo antologia, questo offre alle persone una pausa, la possibilità di metterlo in pausa e andare a fare qualcos'altro. Frammenta l'esperienza. Nel mondo in cui viviamo, le persone preferirebbero stare al cellulare piuttosto che guardare un film intero di fila. Ecco perché mi piace vedere un film al cinema, perché ti costringe a prestare tutta la tua attenzione (a meno che tu non sia uno che tira fuori il cellulare!).” (Inidewire.com).
⟡ La donna demoniaca Lily è ispirata alla demone Lilith della mitologia antica. Lily sembra avere piedi simili ad artigli e viene brevemente raffigurata come un essere umanoide alato. Lily assomiglia alla demone o dea alata raffigurata nel rilievo di Burney (XVIII secolo a.C.). Questo rilievo è stato a lungo sospettato di essere una delle prime raffigurazioni di Lilith.
⟡ La casa di mattoni in cui i tre ragazzi fanno irruzione e dove si trovano tutte le videocassette VHS è la stessa casa di Marble Hornets, una serie web di found footage su YouTube che ha reso popolare Slender Man.
⟡ La parola "fuck" viene pronunciata circa 240 volte nel film.
⟡ I quattro criminali in Tape 56 prendono il nome dai produttori di questo film, Gary Binkow, Brad Miska, Roxanne Benjamin e Zak Zeman.
⟡ La carta della fortuna di Sam e Stephanie presa dalla macchina in "Second Honeymoon" allude agli altri archi narrativi dell'antologia, oltre che al proprio.
⟡ Magnolia Pictures ha acquistato i diritti nordamericani di questo film per poco più di 1 milione di dollari.
Fast rating

Titolo originale
V/H/S
Regista:
Adam Wingard, David Bruckner, Ti West, Glenn McQuaid, Joe Swanberg, Radio Silence
Durata, fotografia
116', colore
Paese:
USA
2012
Scritto da Exxagon nel novembre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

