Wild Beasts - belve feroci

-

Voto:

Il veterinario Berner (John Aldrich), la sua fidanzata (Lorraine De Selle) e l'ispettore Braun (Ugo Bologna) cercano di riportare ordine in città dopo che gli animali sono diventati feroci, avendo bevuto acqua contaminata da un allucinogeno. Le cose peggiorano quando alcuni bambini s’abbeverano dalle fontanelle pubbliche.

LA RECE

Eco-revenge di casa nostra con animali che impazziscono a causa della droga, sostanza che poi colpisce anche i ragazzini. Cast non buono ma il film funziona grazie all'esperienza documentaristica del regista nella costruzione delle scene con animali.

Risposta italiana a film internazionali sugli animali che "gone wild" tipo il Grande ruggito (1981) e Future animals (1976), diretta dal quel Franco Prosperi più noto per la documentaristica exploitation di Mondo cane (1962), la Donna nel mondo (1963), Africa addio (1966) e Addio zio Tom (1971). L'esperienza del regista gioca a favore del film che rimane un prodotto non innovativo né tantomeno ricco produttivamente ma realizzato con un certo gusto che, però, funziona più nella costruzione delle scene con gli animali che nello sviluppo dei personaggi. La De Selle (Cannibal ferox, 1981), infatti, è del tutto sostituibile; John Aldrich, che somiglia in maniera inquietante a Pierluigi Sammarchi dell'estinto duo comico Gigi e Andrea, non ha nessuno spessore; la presenza di Ugo Bologna, caratterista di tanti film comici italiani, pare un miscasting di notevole portata. Benché, quindi, piagato da un cast quasi nullo, Wild beasts risulta essere sufficientemente interessante. Eco-revenge che si svolge per la maggior parte di notte, il film porta con sé non solo le prime inquietudini ambientalistiche ma anche quelle sociali; si vedano le iniziali immagini con gli angoli di strada ricolmi di siringhe: l'idea che a causare la pazzia degli animali sia una droga prende due piccioni con una fava. Assolutamente non casuale che questa discesa nell'abisso tossico-ecologico avvenga nella stessa città che era stata palcoscenico di Cristiana F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (1981). Al calare delle tenebre e all'impazzire degli animali, Prosperi avrà la possibilità di mettere in campo tutta una serie di trovate tecnico-registiche per esaltare il dinamismo della pellicola e cercare di far vivere allo spettatore la prospettiva degli animali. Non manca un certo cinismo da vecchio lupo di mare del mondo-movie quando si vedono gruppi di topi vivi dati alle fiamme per amore di verosimiglianza. Prosperi si spinge più in là ed esce piacevolmente fuori tema quando sceglie di intossicare anche i bambini, aprendo un tema che avrebbe potuto costituire un film a sé: tale sviluppo porta la pellicola a un livello ulteriormente più drammatico perché, come insegnava Serrador, come si può uccidere un bambino? Prosperi non mancherà di dare in pasto allo spettatore diverse sequenze crude: elefanti che calpestano teste, una tigre che aggredisce alcune persone chiuse in uno scompartimento della metropolitana, un orso polare che minaccia dei pargoli. Buona la tensione, e lo splatter non eccede; se ci fossero stati anche gli attori e si fosse prestata più attenzione ai dialoghi, avremmo avuto probabilmente un prodotto notevole; invece, l'atmosfera che serpeggia è quella del B-movie. Il tempo che passa non sembra aver fatto di Wild beast un cult movie ma alcuni cinefili, in preda ad entusiasmo belluino, lo ritengono un mezzo capolavoro.

TRIVIA

⟡ Nessun dato, per ora.

Fast rating

etichetta di valutazione veloce del sito exxagon per i film giudicati di medio livello

Regista:

Franco Prosperi

Durata, fotografia

87', colore

Paese:

Italia

Anno

1983

Scritto da Exxagon nell'anno 2011 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

commercial