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Voto:
Iris (Brittany Snow) deve fare un sacco di sacrifici per permettere al fratello Raleigh un trapianto di midollo. L’occasione di ottenere soldi e veloci cure mediche saranno offerte dal ricco Shepard Lambrick (Jeffrey Comb) che la invita ad un gioco da svolgersi insieme ad altri contendenti bisognosi che, se vinto, garantisce di risolvere tutti i problemi di una vita difficile. Iris, malauguratamente, accetta di partecipare.
LA RECE
Sadismo mascherato da riflessione etica, prevedibile e con il solito finale pessimista. Comunque, buona resa attoriale, validi momenti di tensione e occasione efficace di intrattenimento ma con un certo grado di ferocia non adatto ai più sensibili.
Preferiresti piantare un punteruolo nella coscia di un’anziana paralitica dagli arti insensibili rischiando di reciderle la femorale, oppure scudisciare un uomo al limite della morte per le troppe frustate già ricevute? L’idea viene da un gioco in scatola venduto dalla Zobmondo, e pure da una trasmissione tv britannica, ma, certo, meno brutali di quanto mostrato da Guy Levy. Il problema è che dopo Exam (2009), Saw - l’enigmista (2004), Cube - il Cubo (1997) e su su fino a il Quinto sigillo (1976), di film che vedono un gruppo di persone a dover gestire la loro moralità, ne abbiamo visti. Qui, poi, con quel tocco in più di torture-porn e un’evoluzione degli sviluppi prevedibile in modo allarmante a cui si aggiunge l’ormai consueta chiusa pessimista. Di buono c’è la performance di un Jeffrey Combs (Re-Animator, 1985) in formissima nel ruolo del villain, una valida scelta di casting per quanto riguarda la protagonista, un manipolo di altri attori molti dei quali presenti nel serial the Walking dead (2010) per rendersi riconoscibili al pubblico di Netflix, e anche la strana presenza della pornostar Sasha Gray che, qui, trova posto solo per sfruttare quella faccia da bella stronza che si ritrova. Il grande minus del film non riguarda tanto la sua fotografia un po’ piatta, né il soggetto ormai poco originale, bensì il fallimento del suo gioco principale, ovvero la sottolineatura della responsabilità etico-morale delle vittime, appunto perché di vittime si tratta: l’homo homini lupus non può emergere in tutta la sua concretezza e ferocia se chi deve scegliere fra sé ed altri ha una pistola puntata alla testa. Inoltre, le vittime si dimostrano perlopiù altruiste ed assennate. Resta, allora, il sadismo non motivato dei carnefici, oppure motivato dalle leggi dello spettacolo che ci devono garantire. Per chi non è avvezzo al cinema feroce, comunque, può essere un feroce spettacolo. Balzo in avanti di due anni e, in argomento, guardiamoci, piuttosto, Tredici peccati (2014).
TRIVIA
David Guy Levi dixit: “Non c'è niente di meglio che lasciare che la gente immagini quello che ha visto piuttosto che mostrarglielo. Quindi, anche se a volte li vediamo fare cose che non vogliono fare, trovo che la scelta di concentrarsi maggiormente sulle reazioni delle altre persone nella stanza sia molto più soddisfacente che guardare litri di sangue versato sul pavimento” (IMDb.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Fast rating
Titolo originale
Id.
Regista:
David Guy Levy
Durata, fotografia
93', colore
Paese:
USA
2012
Scritto da Exxagon nell'anno 2017 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
