Abruptio
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Voto:

Il film che il lettore di Exxagon.it si aspetta di trovare su Exxagon.it, ovvero indie, splatter e weird quanto basta. Un esperimento mai tentato prima di inserire in ambienti normali, cioè in riprese classiche, delle marionette realistiche, cosa che, ovviamente, fa del perturbante legato “all’uncanny valley vibe” il nodo gordiano della faccenda, ancor prima delle stranezze che il film somministra in abbondanza. La trama, non originalissima, è quella di un controllo paranoide. Les Hackel (voce di James Marsters) vive una vita scarsamente gratificante: lavoro non bello, ragazza che lo ha appena lasciato e madre, con la quale vive, assillante. Les scoprirà di avere un’incisione dietro il collo: gli hanno impiantato dentro una bomba. Per evitare di morire, deve eseguire delle direttive che portano a morte altre persone e, in questo, è affiancato da stravaganti personaggi. Les scoprirà che dietro l’incubo c’è un piano per allevare una razza di esseri mostruosi. Con uncanney valley, termine introdotto dal ricercatore giapponese di robotica Masahiro Mori nel 1970, si intende un vissuto di inquietudine che si esperisce davanti a robot, animazioni 3d o figure artificiali quando sono realistici ma non perfettamente umani; il termine “valley” valle, fa riferimento ad un avvallamento nel grafico che descrive una curva di gradevolezza che cresce con il realismo della creatura fino a un punto critico, poi crolla drasticamente (l’avvallamento del bizzarro) prima di risalire quando l'aspetto diventa indistinguibile da quello umano. L’elemento più perturbante di Abruptio, quindi, risiede nella scelta estetica dei suoi protagonisti, pupazzi complessi doppiati da attori anche molto noti, ma non attori che indossano protesi o che siano stati realizzati digitalmente; pupazzi sgradevoli da guardare ma capaci di esprimere un’emotività facile da percepire. Circa Les, egli è sintesi (di uno stereotipo) dell’uomo post-moderno di mezza età, senza soddisfazioni concrete, inadeguato ed autodistruttivo che si trova proiettato in una realtà che parrebbe il coacervo di diversi universi artistici: quello di Cronenberg (Videodrome, 1983), Carpenter (Essi vivono, 1988), Flying Lotus (Kuso, 2017), Coscarelli (Fantasmi, 1979) o di Johnson e Kaufman (Anomalisa, 2015). L'influenza di questi registi si manifesta nella capacità di Marlowe di fondere body horror, paranoia-movie, ibridazione mediale e surrealismo in una sintesi originale che mantiene una coerenza tematica nonostante la frammentazione stilistica. Inevitabile la rilevazione del valore metacinematografico di un film fatto con pupazzi controllati da forze narrative invisibili, rispecchiando la condizione dei pupazzi controllati dal regista ma, allo stesso tempo, come ricorda la tagline del film - everyone’s a puppet - in rappresentanza della condizione umana obbligata da poteri occulti a comportarsi in un dato modo pilotato che il film declina in terribili crimini (uccidere bambini, decapitare, ...) ad esprimere l’estremo degrado morale dell’individuo "eteronormato" portato alla logica del "mors tua, vita mea". La produzione, durata complessivamente otto anni, ha assemblato un cast vocale che enumera, fra gli altri, Robert Englund (Nightmare - Dal profondo della notte, 1984), il regista Jordan Peele (Scappa - Get out, 2017; Noi, 2019; Nope, 2022) nonché Sid Haig (la Casa dei 1000 corpi, 2003) qui alla sua ultima performance professionale. Film che è piaciuto molto alla critica che, giustamente, ha rilevato la sua capacità espressiva e narrativa nonostante l’uso di interpreti espressivamente limitati. Indubbiamente stravagante, non del tutto coinvolgente anche per i molti dialoghi in inglese colloquiale che implicano grande attenzione ma che emergono come non sciatti e pieni di un’ironia irriverente. Non il film che metterei nell'elenco di quelli “da rivedere” ma, senza dubbio, interessante, soprattutto per coloro in cerca di un cinema diverso.
Fast rating
Titolo originale
Id.
Regista:
Evan Marlowe
Durata, fotografia
96', colore
Paese:
USA
2023
Scritto da Exxagon nel settembre 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0