L'arma l'ora il movente
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Voto:
Ferruccio (Arturo Trina) è un piccolo orfano che vive nella soffitta di una chiesa. Un giorno, assiste all'omicidio di Don Giorgio (Maurizio Bonuglia) che aveva appena chiuso un’illecita relazione con Orchidea Durantini (Bedy Moratti). Il commissario Franco Boito (Renzo Montagnani) indaga e s’innamora di Orchidea.
LA RECE
Mescolanza di giallo all'italiana e nunsploitation, quindi sexy giallo, con un Renzo Montagnani in un ruolo per una volta non pecoreccio. Pellicola non indispensabile ma gradevole per chi ama il genere.
Giallo italiano di poca fama ma non pessima fattura. Unico film diretto da Francesco Mazzei la cui carriera nel cinema, sia come produttore sia come sceneggiatore, non sembra essere proseguita oltre la metà degli anni '70. Oltretutto, Mazzei, non pratico alla regia, sembra abbia lasciato velocemente le cineprese in mano a Mario Bianchi che qui farà meglio di quanto visto in la Bimba di Satana (1982). Fra scrittura e produzione, al film parteciparono diversi nomi che poi dirigeranno qualcosa: Marcello Aliprandi (un Sussurro nel buio, 1976), Vinicio Marinucci (i Piaceri del mondo, 1963), Raniero Di Giovanbattista (Libidine, 1979). L’Arma l’ora il movente è un giallo non graffiante ma curioso per la commistione operata fra due generei: l’horror rurale di Fulci (Non si sevizia un paperino, 1972) e Avati (la Casa dalle finestre che ridono, 1976) e il nunsploitation, qui con un gruppo di suore denudate che si fustingano in memoria di Don Giorgio, grande amatore di donne che si prestano anche a nudi frontali. Il film si fa forte proprio delle atmosfere ecclesiastiche e la strutturazione di una microsocietà di campagna intessuta di bugie, segreti e sesso. I momenti di sangue e paura non sono molti: si distingue il primo omicidio in cui il piccolo Ferruccio lascia cadere una biglia di vetro dalla soffitta della chiesa e scende per recuperarla; forse si tratta di una delle biglie rotolanti di Cinque bambole per la luna d’agosto (1970). Diversi i momenti sexy, anche costruiti con un piede oltre il limite del verosimile: notare la doccia delle suore che si lavano vestite per pudore (ma con "chemise cagoule" trasparente ed effetto Miss Maglietta Bagnata) ma non si formalizzano circa il fatto che nel loro spogliatoio entri liberamente il sacrestano, ed ex criminale, Anselmo (Adolfo Belletti); d'altra parte lui le suore non le guarda ma si lamenta del loro disordine! A Montagnani, più noto per la commedia pecoreccia, viene concesso qualche momento di alleggerimento con il poliziotto Morriconi. Protagonista femminile è Bedy Moratti, sorella del noto Massimo, bravina ma non eccezionale. Il finale del film ci regala una sdentatissima risata di Adolfo Belletti, il Don Emilio di Zeder (1983). Musiche di Francesco De Masi ed effetti speciali di Carlo Rambaldi che non ha dovuto lavorare granché. Non il giallo più incisivo ma, forse, è proprio nel suo ritmo compassato e nell’ambientazione lontana dai modernismi pop, in voga ai tempi, che l'Arma l'ora il movente si gioca le sue carte.
TRIVIA
Il monastero è quello francescano di San Cosimato frazione nel comune di Vicovaro (Roma).
Regista:
Francesco Mazzei, Mario Bianchi [non accreditato]
Durata, fotografia
105', colore
Paese:
Italia
1972
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
