Frontier(s): ai Confini dell'inferno
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Con la Francia sotto un governo di estrema destra, scoppia la protesta civile. In mezzo ai tafferugli troviamo Yasmine (Karina Testa) incinta di tre mesi, suo fratello, il fidanzato e altri amici. I ragazzi non sono propriamente dei santi: dopo aver compiuto alcuni crimini, si dividono e cercano di raggiungere i confini con la Germania. Il gruppo finisce in una casa isolata abitata da una famiglia di matti capeggiata dal vecchio von Geisler (Jean-Pierre Jorris) ex nazista psicotico.
LA RECE
Backwood brutality con pennellata di cornice sociale complessa ma, soprattutto, esercizio di efferatezza gorno, così come andava di moda nei primi anni del XXI secolo in ambito horror.
Non è esattamente chiaro a chi siano diretti questi film, cioè quale sia il pubblico che dovrebbe sancirne il successo. Non gli horror-fan della vecchia guardia che si accorgerebbero subito quanto una pellicola come Frontière(s) sia in debito con i backwood brutality anni '70 come un Tranquillo weekend di paura (1972), Non aprite quella porta (1974), le Colline hanno gli occhi (1977), ovvero l'ennesima fiaba nera su una masnada di orchi nascosti ai margini della società che se vai tanto vicino da toccarli ti mangiano la mano. Neppure la nuova leva, però, dovrebbe abboccare a Frontière(s) perché, già da qualche anno, i backwood brutality sono stati recuperati, modernizzati e offerti al pubblico con la nuova etichetta di torture-porn o gore-porn o gorno: la Casa dei 1000 corpi (2003), Wrong turn (2003), Hostel (2005), per dirne tre. Qualche variazione sul tema riesce a dare una gradevole sensazione di originalità (Calvaire, 2004) ma siamo comunque sempre all'interno dello stesso territorio. Il fatto che Frontière(s) non sia un prodotto americano rischia di dare allo spettatore la falsa illusione che si possa trattare di una pellicola dalle insite qualità artistico-concettuali. Niente di più falso. Frontière(s) è il solito contenitore di luoghi comuni del genere con la non fondamentale differenza che, a capo della famiglia disfunzionale, ci sta un vecchio nazista ben interpretato da Jorris. Per il resto, ci si trova a confronto con lo scannatore muscoloso a fare le veci di Leatherface, con la bella bionda tentatrice al posto di Baby Firefly, e i soliti ragazzi sprovveduti che capitano fra le grinfie della famiglia di matti. Siccome, però, siamo in un film europeo, i giovinastri se ne escono da una manifestazione politica finita male, un incipit didascalico nel voler dimostrare che ormai non c'è un territorio sicuro. Però, quando il regista Gens ha davvero la possibilità di maneggiare materiale sociopolitico, fallisce. I suoi giovani protagonisti sono d’origine nordafricana o mediorientale e finiscono nelle mani di un pazzo di estrema destra il quale, insensatamente - ma è pazzo, si dirà - spinge le nozze fra Yasmine e il proprio figlio, cosa inaccettabile per un uomo che, prima di tutto, tiene alla razza. In realtà, il vecchio nazi giustifica la scelta perché obbligato dalla necessità; non tanto pazzo, in fondo. Inoltre ci sarebbe tutto un sub-plot di progenie deforme partorita da un'altra figlia del nazista tenuta reclusa nelle grotte sotto casa ma, anche in questo frangente, Gens prima mostra qualcosa poi sorvola. L'unica canzone che ha da cantare Frontière(s) è quella del sangue e della violenza in un parossismo splatter che raggiunge il suo picco nel finale con sega elettrica, esplosioni, fucilate in testa in base a ciò che ci si aspetterebbe dal genere, e forse qualcosa di più. Ma anche qualcosa di meno quando si propina la risaputa sequenza della cena al tavolo con tutta la famiglia (Non aprite quella porta) o il taglio del tendine d'Achille (Hostel). Comunque, indubbiamente buona l'effettistica per questo film da 3 milioni di dollari che può ricevere plausi solo se inteso come esercizio di stile citazionista. Un miglior Xavier Gens lo avremo solo quattro anni dopo con the Divide. Quest’ultimo, così come Frontière(s), è un film solo per stomaci forti.
TRIVIA
Xavier Gens (1975) dixit: “Cosa mi spaventa di più? I critici cinematografici! Ahahaha. No, sto scherzando. Ciò che mi spaventa di più è la politica attuale. Patiamo una grande crisi sociale nel mondo e in particolare in Europa in questo momento. È urgente trovare soluzioni. E sono spaventato e arrabbiato perché non siamo in grado di risolvere il problema. Siamo nel 2018 e dovremmo essere in grado di fermare i conflitti umani parlando piuttosto che uccidendo” (cloutcom.co.uk).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Frontière(s)
Regista:
Xavier Gens
Durata, fotografia
108', colore
Paese:
Francia, Svizzera
2007
Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
