la Bambola di pezza
-
Voto:
Dopo tre anni passati in manicomio, la giovane Susan Shelley (Susan Gordon) torna a vivere col padre Edward (Don Ameche) e la nuova moglie Francene (Martha Hyer) anche se non sembra del tutto guarita dallo shock seguito alla tragica morte della madre Jessica (Zsa Zsa Gabor). La ragazzina ha un vuoto di memoria rispetto ai tragici accadimenti di tre anni prima e Francene ha tutto l'interesse a farla uscire completamente di senno così da poterla interdire e accaparrarsi l’eredità. A Susan, però, tornerà la memoria, e la soluzione della faccenda non sarà quella preventivata.
LA RECE
Mister BIG tenta l'horro psychologico con risultati assai modesti, anche per una serie di miscasting notevoli. Però, il finale del film è sconcertante.
Horror psicologico di Bert I. Gordon, il Mister BIG che dal '50 al '70 ha proposto low-budget con animali e persone giganti: the Cyclops (1956); Beginning of the end (1957); i Giganti invadono la Terra (1957); War of the colossal beast (1958); la Vendetta del ragno nero (1958); l'Impero delle termiti giganti (1977). Diversamente dalle pellicole che l'hanno reso celebre (e, per dirla con un eufemismo, non sempre ben accolto dalla critica) la Bambola di pezza è un tentativo di percorrere una strada diversa e più fine, non troppo distante dalle influenze hitchcockiane. Curioso il cast che tradisce la natura bis della pellicola: Gordon dà un ruolo da protagonista alla giovane figlia Susan Gordon, ingaggia Martha Hyer, versione cheap di Grace Kelly, quindi Don Ameche divenuto notissimo in età avanzata per il ruolo in una Poltrona per due (1983) e, ciliegina sulla torta, piazza la discussa Zsa Zsa Gabor in un ruolo che le fa il verso. Sul set, il cast funziona maluccio, in quanto la giovane e paffuta figlia di Gordon non sa recitare e si passa di continuo le mani nei capelli; probabilmente il babbo le ha detto che quello è il modo migliore di rendere la schizofrenia. Don Ameche ha lo sguardo spaesato, la Gabor ridacchia e la Hyer si sforza in tutti i modi di risultare sgradevole ma riesce più facilmente a essere bella. La sceneggiatura, pure questa, non è il piatto forte del film: i dialoghi suonano per la maggior parte melodrammatici e risaputi. La Bambola di pezza si gioca tramite un'interminabile successione di scene a due interpreti che discutono, litigano, confabulano e tramano. Nulla di particolarmente creativo e, quando si tenta l'originalità, si rischia l'assurdo: in una delle poche scene di omicidio viene usata un'arma davvero insolita. Bert I. Gordon, le poche volte che tenta di mettere paura, preferisce percorrere strade battute, sicché i potenziali spaventi risultano tutti telefonati in anticipo allo spettatore. Di buono c'è il soggetto che fonde il thriller a mero sfondo economico, stile i Diabolici (1954), e suggestioni psicologiche hitchcockiane: il risultato è qualcosa che somiglia allo spaghetti thriller lenziano in cui i protagonisti si scannano per un'eredità, le donne sono infidissime e il finale è materia di sorpresa. Non manca qualche allusione al paranormale ma l’eventuale paragone fra la Susan di questo film e la Carrie di Stephen King sarebbe avventato. Fra melodramma e attori discutibili, il finale non facilmente prevedibile si salva e (forse) salva tutto il film; finale che, oltretutto, è abbastanza sconcertante. Comunque, noi italiani, sul tema, abbiamo saputo fare meglio già prima che gli anni ’70 avessero inizio.
TRIVIA
⟡ Bert I. Gordon iniziò a girare film in 16mm quando aveva solo 9 anni.
⟡ In USA, negli anni '40, divenne popolare chiamare il telefono "Don Ameche"; la cosa derivava dal fatto che l'attore aveva impersonato Graham Bell nel film the Story of Alexander Graham Bell (1939).
⟡ L'attrice Martha Yher venne etichettata come "la risposta della Universal a Grace Kelly"; nel 1960 fu in lizza per il ruolo di Marion Crane in Psyco anche se poi il ruolo andò a Janet Leigh.
⟡ Qualche notizia su Zsa Zsa Gabor, una donna che fece della celebrità un vero e proprio mestiere e che divenne nota soprattutto per i suoi diversi matrimoni (otto), per il gossip e per le sue battute sugli uomini. Fu Miss Ungheria nel 1936. Nel 1968 e nel 1972 appoggiò la campagna politica di Richard Nixon che la donna non esitò a definire: "Il più intelligente presidente del nostro tempo". La Gabor e sua sorella Magda sposarono entrambe, in momenti differenti, George Sanders; fra lei e le sue sorelle hanno collezionato un totale di 18 divorzi. Nel 1989 fu arrestata e passò tre giorni in prigione per aver schiaffeggiato un poliziotto che l'aveva fermata a Beverly Hills per comminarle una contravvenzione stradale. Il 27 novembre 2002, mentre era sul Sunset Boulevard, la macchina che la stava trasportando come passeggera andò a sbattere contro un palo della luce: la Gabor stette in coma per un po' di tempo e poi risultò paralizzata. Alcuni dei suoi aforismi: “Un uomo innamorato è incompleto finché non si sposa, poi è finito”; “Non ho mai odiato un uomo così tanto da dovergli restituire i diamanti che mi aveva regalato”; “Per una ragazza furba gli uomini non sono dei problemi, sono la soluzione”; “Io sono una meravigliosa casalinga (housekeeper). Ogni volta che lascio un uomo mi tengo la sua casa (I keep his house)”; “Una ragazza si deve sposare per amore e rimanere sposata finché non lo trova”; “Rendere il tuo coniuge felice non è tanto semplice quanto rendere felice quello di un’altra”.
Titolo originale
Picture Mommy Dead
Regista:
Bert I. Gordon
Durata, fotografia
88', colore
Paese:
USA
1966
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
