Dark tales of Japan
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Voto:
Spider woman. Un giornalista segue le tracce di quella che sembra essere una spaventosa leggenda urbana. Crevices. Un ragazzo sparisce, il suo amico intuisce che il male si nasconde nelle fessure. Sacrifice. Una maledizione legata a una famiglia: per salvare una vita se ne dovrà sacrificare un'altra. Blonde Kwaidan. Un uomo giapponese preferisce le bionde americane ma se ne dovrà pentire. Presentiment. Un impiegato disonesto rimane bloccato in ascensore con tre fantasmi.
LA RECE
Non il migliore omnibus j-horror nel quale possiate incappare. Buone firme non si spendono a dovere o, forse, non hanno speso per loro a dovere. Qualche immagine intriga.
Collage di episodi horror prodotti per la tivù nipponica, alcuni più riusciti altri meno, e qualche nome famoso dietro la macchina da presa. I segmenti durano circa una decina di minuti ognuno, con il più corto che ne dura otto e il più lungo una ventina. Che siano stati realizzati per la tivù lo si nota subito ma la qualità tecnica media è soddisfacente anche a livello effettistico, spesso risolto col digitale. Il primo segmento è diretto dal Nakamura di the Booth (Bûsu, 2005) che scrisse anche il soggetto di Dark water (2002); interessante più per gli effetti speciali che altro, sa molto di racconto alla Creepshow (1982) ma regala comunque qualche brivido, specie se siete a digiuno di horror. Crevices è stato diretto dal Norio Tsuruta di Premonition (2004) e Ring 0: the birthday (2000): molto corto ma, alla base, un'idea interessante che forse potrebbe ricordare l’inquietantissimo Pulse (2001). Magari qualche minuto in più di girato avrebbe dato maggior senso al tutto. Comunque bizzarro e con qualche momento di paura. Sacrifice è del Shiraishi, regista di Ju-rei (2004): è il segmento più strutturato e, di certo, il più bizzarro per le immagini che mostra, fra le quali un mega testone che viene visto in una stanza ogni volta che la vita della protagonista è funestata da un lutto. Non così terrificante come vorrebbe essere o, forse, più vicino al sentire orientale, questo segmento pare un po' piatto, maggiormente affascinante sul piano visivo che altro. Tenuto conto che il quarto episodio è stato diretto dal Takashi Shimizu di Ju-on (2002) e Marebito (2004), il risultato è più che deludente: la scena finale ha un buon impatto visivo ma il segmento è tanto corto e scarno che pare una clip. La cosa migliore dell’episodio è l’ironica frecciatina espressa dal protagonista, sempre alticcio, mentre viene trasportato in taxi attraverso Los Angeles: "Hollywood! Questa è Hollywood, giusto? Ultimamente fa solo repliche, no? [...] Tutte repliche e film horror giapponesi. Come li chiamate questi? Remakes... rifacimenti, giusto?". È, comunque, il segmento peggiore. Presentiment diretto dall’Ochiai di Parasite Eve (1997), Hypnosis (1999) e Infection (2004) è una buona storia e ben strutturata, probabilmente la migliore fra le cinque proposte in Dark tales of Japan. Forse non originalissima l’idea dell’inevitabilità della morte ma il divenire della storia è sufficientemente intrigante da tener incollati allo schermo. Il risultato generale del prodotto è un po' piatto e questo elemento negativo non è da imputare solo al low-budget televisivo. Sembra esserci poco di personale sia nella tecnica sia nelle idee. Pochissimo sangue, qualche brivido e alcune stranezze. A chi è già assuefatto al J-horror, Dark tales of Japan dirà poco; i meno esperti, invece, potrebbero trarre un discreto diletto da questo omnibus orientale.
TRIVIA
Yoshihiro Nakamura (1970) dixit: “Fino a quattro anni fa ricevevo solo offerte da produttori, ma negli ultimi tre anni ho ricevuto offerte da editori. I romanzieri mi chiedono direttamente di fare un film tratto da un loro romanzo. Ricevo l'ordine direttamente dal romanziere e poi trovo un produttore. In alternativa, leggo un romanzo e penso: "Oh, ci potrei fare un buon adattamento", e ne discuto con un produttore” (unseenfilms.net).
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Suiyô puremia: sekai saikyô J horâ SP Nihon no kowai yoru
Regista:
Yoshihiro Nakamura, Masayuki Ochiai, Takashi Shimizu, Kôji Shiraishi, Norio Tsuruta
Durata, fotografia
82', colore
Paese:
Giappone
2004
Scritto da Exxagon nell'anno 2007; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
