un Delitto poco comune
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Voto:
Robert Dominici (Michael York) è un grande pianista sofferente di una rara malattia genetica, la progeria, che lo farà invecchiare anzitempo. Alla luce di ciò, la notizia che la fidanzata Helene (Edwige Fenech) aspetti un figlio lo sconvolge e l’uomo inizierà a uccidere mosso da rabbia. L'ispettore Datti (Donald Pleasence) cercherà di fermarlo.
LA RECE
Giallo sui generis con killer rivelato in fase iniziale, secondo i dettami del poliziesco. Sui generis anche per il tema della progeria. Risultato complessivo, però, modesto.
Tardo giallo melodrammatico nato anni prima attraverso la penna di Gianfranco Clerici e Vincenzo Mannino con un soggetto in anticipo di qualche anno rispetto a ciò che verrà mostrato da Tony Scott con Miriam si sveglia a mezzanotte (1983), con quest’idea della rara malattia da tenere a bada. I due sceneggiatori, però, ai tempi, vendettero il plot a Fulci, il quale, dopo uno stravolgimento di riscrittura, produrrà lo Squartatore di New York (1982). Passarono anni prima che Clerici e Mannino potessero tornare a gestire la loro stessa creatura e, questa volta, concederla a Deodato e Reteitalia che produsse, obbligando, tuttavia, a una sgradevole tirata di briglie rispetto a sangue e violenza. Un delitto poco comune recupera suggestioni argentiane ma la particolarità è che l'identità dell'assassino viene rivelata subito secondo i dettami del poliziesco, spostandosi sul modello del thriller e perdendo di mordente anche per una dimensione verbosa che dovrebbe dare la possibilità a Michael York di mostrare le sue doti attoriali. Dovrebbe. Lo affiancano un’Edwige Fenech, ormai arrivata alla fine della sua sfolgorante carriera, spinta dal distributore Luciano Martino, quando Deodato avrebbe preferito Kelly LeBrock, richiestissima dopo la Signora in rosso (1984). Presenti anche un Pleasence che passava con nonchalance da film culto come Halloween (1978) a prodotti di seconda fila come questo od obbrobri quali Paganini horror (1989), e il regular Giovanni Lombardo Radice (Paura nella città dei morti viventi, 1980; Cannibal ferox, 1981). Nessun momento di vera paura per un film diretto in maniera canonica che si giova di alcune location interessanti. Il tema della progeria è inusuale, così com’è inusuale che venga usato come movente per gli omicidi: la cosa può sembrare, a tratti, ridicola mentre, in altri momenti, pare essere il tocco di originalità che salva il film dalla banalità più sconcertante; molto buono, poi, il trucco operato sul volto di York da Fabrizio Sforza. Piacevole lo score di Pino Donaggio che sfrutta il fatto che il protagonista sia un pianista classico per creare temi musicali delicati. Giallo non essenziale da recuperare nella versione uncut che tenta qualche affondo nell'universo splatter.
TRIVIA
Deodato Racconta: “Mi serviva un cane anziano che facesse la fine di Michael York, cioè affetto da progeria. Allora, nel mio garage c’era un cane da guardia, vecchio, vecchissimo e così chiesi al garagista se me lo prestava. Accettò volentieri perché questo stava lì lì per morire: “Così finisce in bellezza”. Gli ho fatto fare la parte e ha fatto tutto perfettamente. Io gli dicevo le cose, a questo cane, e lui le faceva. Morale: il cane è stato eccezionale, da pianto. Ma il pianto maggiore sai qual è stato? Finito il film, finite le riprese, il cane il giorno dopo ha lasciato il garage ed è andato a morire nei campi. Straziante” (Nocturno 73, 2008).
⟡ Gianfranco Clerici ha scritto per Deodato nientemeno che Cannibal holocaust (1979) e la Casa sperduta nel parco (1980).
⟡ La spagnola Mapi Galan, nel film Susanna, ai tempi delle riprese era la compagna di Deodato.
⟡ Il regista ha sempre parlato bene di Donald Pleasence benché abbia anche denunciato che sul set l’attore fosse spesso ubriaco. D’altra parte, l’attore aveva combattuto con la dipendenza da alcol per anni. Non è escluso che questo problema sia sorto a causa della sua traumatica esperienza vissuta durante la Seconda Guerra Mondiale. Inizialmente obiettore di coscienza, Pleasence cambiò idea e si arruolò nella Royal Air Force britannica in cui prestò servizio come radarista sui bombardieri Avro Lancaster III. Il 9 settembre 1944, il bombardiere sul quale stava operando Donald venne abbattuto e, sopravvissuto all’atterraggio di fortuna, l’attore fu ridotto in prigionia dai nazisti fino alla fine della guerra.
Regista:
Ruggero Deodato
Durata, fotografia
90', colore
Paese:
Italia
1988
Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
