Libido
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Voto:
Christian (Giancarlo Giannini), dopo anni di cure, torna con sua moglie Helene (Dominique Boschero) nella villa nella quale, da bambino, aveva assistito all’uccisione di una donna per opera del padre sadico sessuale. Insieme ai due, anche l’ochetta Brigitte (Mara Maryl), donna di Paul (Luciano Pigozzi), curatore dei beni di Christian.
LA RECE
Alle radici del giallo all'italiana ma in una cornice, però, un po' poveristica e sciocca. Tuttavia, qualche trovata sa inquietare e avrà fortuna nell'immaginario del genere.
“Luciano Martino lavorava insieme a Mino Loy, due scrivanie, stessa stanza. Un giorno, mentre discutevano: “Secondo te, per essere un buon regista devi essere un gran tecnico della macchina da presa”, come era Mino Loy, “oppure uno che racconta storie?” come era Luciano Martino. E io che avevo a casa la moglie che voleva fare l’attrice: “Fermi tutti! Facciamo un esperimento, io sono uno che racconta storie, di tecnica cinematografica, di macchine da presa me ne intendo relativamente poco. Proviamo!” Scrivo una storia piccola e Mino Loy: “Scommetto cinque milioni!” Luciano: “Anch’io, scommetto cinque milioni!” […] Coinvolgemmo Siciliano, il distributore, che ne diede sedici ma ci obbligò a girarlo in bianco e nero perché non voleva stampare le copie a colori che costavano troppo” (Iachetti, 2017). Così nacque Libido, uno dei proto-spaghetti giallo ancora impantanato nelle meccaniche del whodunnit con movente pecuniario, anticipando, però, sia le dissolutezze borghesi del thriller lenziano, sia la psicopatologia che sarebbe diventata cavallo di battaglia motivazionale di tutti i killer del giallo argentiano. Libido, tuttavia, non inventò nulla perché il soggetto scritto dalla Maryl, moglie di Gastaldi, è pesantemente in debito sia con i Diabolici (1955), sia con Psyco (1960) di Hitchcock, sia con i lavori di Mario Bava (la Frusta e il corpo, 1963; Sei donne per l’assassino, 1964) dai quali trae una buona quota di eros. Il film si apre con una chiara didascalia freudiana che introduce il tema della libido, alla quale segue un preambolo che prefigura l’incipit di Profondo rosso (1975). Tutto, però, in tono minore, e non solo per il bianco e nero ma anche per un’evidente affinità al vecchio gotico. Il progetto, come ammesso dallo stesso Gastaldi, nacque in maniera strumentale per far emergere sua moglie Mara Maryl, al secolo Mara Chianetta, che scrisse il soggetto ritagliandosi la centralissima parte di una svampita. Dati i limiti di budget, tutto viaggia su binari di contenimento: dalla scenografia, alle location, alla scelta degli attori comunque validi: Dominique Boschero per bellezza, Luciano Pigozzi per essere sempre il nostro Peter Lorre, e un giovanissimo Giancarlo Giannini presentato come John Charlie Johns. Libido traccheggia per buona parte del tempo abitato da questi quattro personaggi scritti un po’ con la penna a punta grossa (la Maryl strafà) ma le atmosfere suono buone. Finale crudele non poco, e carillon-pupazzo lodevolmente inquietante. Il suo valore storico-produttivo supera le qualità artistiche: “Questo è tutta la partenza ed è anche l’inizio del giallo, perché questo filmetto costato ventisei milioni ne portò a casa quattrocento! Non tanto dall’Italia, dove ne incassò centocinquanta, ma dall’estero. Si vendette dappertutto. Da lì, Luciano Martino fiutò l’affare e produsse il Dolce corpo di Deborah (1968) e Così dolce… così perversa (1969)” (ibidem). Per chi studia i percorsi del cinema.
TRIVIA
Ernesto Gastaldi (1934) dixit: “I primi che scrissi firmando col mio nome non erano film importanti ma io ero felice. Poi sposai l'attrice Mara Maryl e facemmo un patto: lei avrebbe recitato solo in film con la mia regia e io avrei diretto solo film in cui lei fosse protagonista: non ci facilitò le carriere ma il matrimonio dura da 60 anni. Quindi dovetti fare il regista e il primo film fu minuscolo: Libido, un giallo, in cui debuttai io, mia moglie Mara e Giancarlo Giannini” (abcvene-to.com).
⟡ Gastaldi e Salerno si ritroveranno nel 1981 per realizzare Notturno con grida, sorta di sequel di Libido.
Regista:
Julian Berry [Ernesto Gastaldi]; Victor Storff [Vittorio Salerno]
Durata, fotografia
90', b/n
Paese:
Italia
1965
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
