Morirai a mezzanotte
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Voto:
L'omicidio della moglie del poliziotto Nicola Levi (Leonardo Treviglio) porta gli inquirenti a credere che sia lo stesso Levi il colpevole ma la criminologa Anna Berardi (Valeria D'Obici) ritiene che sia tornato su piazza il serial killer Franco Tribo, benché lo si pensasse morto anni prima in un incendio.
LA RECE
Tardivo giallo all'italiana che ce la fa a stare in piedi per il mestiere di Bava figlio ma che, comunque, non si fa amare per una sceneggiatura bolsa ed una recitazione-doppiaggio di scarso livello. Potabile solo per gli appassionati del genere.
Su un soggetto di Dardano Sacchetti, Lamberto Bava viene chiamato a dirigere un film pensato per la tv che vorrebbe giocare sul doppio canale dell’argentiano tardivo e dell’ancora più tardivo giallo d’indagine classica tramite la carta di una doppia possibilità di colpevolezza palleggiata fra il cattivo killer Tribo e la riemersione del trauma di Anna. Poteva essere di qualche interesse e, invece, si trasforma in una bruttura di qualche valore didattico per coloro che stanno studiando per la carriera attoriale. Morirai a mezzanotte, infatti, rappresenta il nadir della recitazione. La pellicola, che Bava con umiltà ha definito "orrenda", adducendo come giustificazione i contrasti col produttore Luciano Martino, si declina volontariamente in un citazionismo riempitivo che va da l'Uccello dalle piume di cristallo (1970) e Tenebre (1982), da Psyco (1960) a Omicidio a Luci rosse (1984). Senza riuscire ad intimorire lo spettatore neanche nelle scene di sangue, Morirai a mezzanotte è, in compenso, capace di far ridere con situazioni assurde quale la ragazza che affronta il killer armata di un frullatore. Alcuni momenti che potrebbero creare tensione risultano estremamente derivativi: non sono da buttare, ad esempio, il volto dell'omicida che si riflette in uno specchio o l'omicidio nel teatro, se non fossero un mesto rifarsi, rispettivamente, a Profondo rosso (1975) e Quattro mosche di velluto grigio (1971). Non aiutano, come detto, le monocordi interpretazioni attoriali di Lara Wendel (Maladolescenza, 1977; Killing birds, 1988) e della D'Obici sulla quale cala pietosamente il proverbiale velo. Certo che la sceneggiatura non aiuta, né un doppiaggio poco raffinato né quell'aria da sceneggiato tv. Lo score di Simonetti è, forse, la cosa riuscita meglio, anche se a tratti pare un pezzo dei Rondò Veneziano. Al mercato estero, comunque, non dispiacque affatto e anche adesso molti anglofoni sostengono che Morirai a mezzanotte sia un giallo niente male, ma va ricordato che sono gli stessi che per farsi una spaghettata usano la pasta di grano tenero. Ah, da non confondere con Morirai a mezzanotte (Desperate) del 1947, ma non credo ci sia pericolo.
TRIVIA
⟡ La scena che vide Eliana Miglio (nel film Monica) beccarsi una coltellata alla schiena da parte di Peter Pitsch fu causa di un grave incidente poiché il coltello di scena, per l’inclinazione con cui fu vibrato il fendente, non ritrasse la lama che scivolò sulla pezza di pelle protettiva e si conficcò nella carne dell’attrice. ⟡ Lamberto Bava compare nei panni di un fotografo della polizia. ⟡ Il film è firmato da Lamberto Bava con l’alias John Old Jr. in onore del padre Mario che si era firmato John Old per i Coltelli del vendicatore (1966), la Strada per Forte Alamo (1964) e la Frusta e il corpo (1963).
Regista:
John M. Old Jr [Lamberto Bava]
Durata, fotografia
93', colore
Paese:
Italia
1986
Scritto da Exxagon nell'anno 2013; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
