le Case Maledette

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Voto:

Quadrilogia horror a firma importante e commissionata alla Dania Film da Reteitalia, odierna Mediaset, che però, poi, ne bloccò la messa in onda per eccessi grafici che non sarebbero piaciuti al pubblico che preferiva essere allietato da risate preregistrate. A distanza di tempo, grazie all'interessamento di Nocturno, il mondo riscopre queste pellicole sepolte, con tutto ciò che comporta il riportare in vita i morti. Voto complessivo media dei quattro.

LA RECE

Quadrilogia horror di impianto televisivo poi rifiutata dalla tv perché eccessiva. Lenzi e Fulci di mestiere ma ormai stanchi e routinari. Dimenticabile e, infatti, dimenticato.

La Casa delle anime erranti. Un gruppo di giovani geologi in un viaggio di studio trova la strada del ritorno bloccata per una frana e, così, decide di pernottare in un albergo isolato e oscuro, posseduto da una famiglia che, molti anni prima, aveva ucciso e decapitato alcuni ospiti. Gli spiriti di quei morti si vogliono vendicare. Siamo sulla falsariga di Shining (1980); qui, però, con una masnada di giovani geologi che, dopo anni di studi accademici, reputano che il modo migliore per sfuggire ai fantasmi sia nascondersi negli armadi. Tolte poche, pochissime scene di tensione e la quota splatter legata alla decapitazione (ci rimetterà la testa anche un bimbo insopportabile), ciò che resta è un grande, grandissimo trash. Lenzi, con pochi soldi in tasca, rimaneggia cose fatte e viste ne le Porte dell'inferno (in Lucio Fulci presenta, 1989) mentre un cast da corso comunale di recitazione si muove con imbarazzo sul set. Fra gli attori, l'unica che avrà un certo successo è Stefania Orsola Garello nei panni di Carla, la quale, dopo parecchie partecipazioni in prodotti tivù, otterrà il ruolo di Fulcina in King Arthur (2004). Presenza scult di Licia Colò come giornalista interessata all'ambiente. Ovvio. Una sceneggiatura che sembra scritta da Monty Burns regala siparietti verbali d'antan: "Ma allora siamo alla mercé di anime dannate?"; "Non ti angustiare"; "Non la trovi da sballo questa incisione" a proposito di una canzone ascoltata alla radio. Musiche orribili di Claudio Simonetti sotto risibile pseudonimo (Claude King) e super-marchetta per Berlusconi, visto che Reteitalia doveva distribuire, con un poliziotto che, senza motivo alcuno, ci tiene a dire: "Che forza questo Milan!"; la cosa si ripeterà ne la Casa nel tempo. La povertà del film si riassume nell'immagine di una stufa con il tubo di scarico che si apre direttamente nella stanza.

La Casa dei sortilegi. Luca (Andy J. Forest) ha un incubo ricorrente: entra in una vecchia casa e vi trova una strega che sta bollendo la sua testa nel paiolo. Marta (Sonia Petrovna), la moglie di Luca, lo porta a fare una vacanza in una vecchia dimora che, casualmente, è la medesima del sogno. Il migliore dei due film diretti da Lenzi per il quartetto, tuttavia senza nessuna distinzione rispetto al tipico spettacolo horror anni '80 low-budget: un po' di nudità, dialoghi abborracciati, musiche al sintetizzatore, finale che dovrebbe sorprendere lo spettatore. Mentre il sangue non manca, ma è comunque meno di quanto ci si possa aspettare da una pellicola scartata per eccessi splatter, la paura latita e le scene di tensione sono smorzate dalla recitazione e dai volti improbabili di alcuni attori. In primis, la strega Maria Cumani Quasimodo (5 donne per l'assassino, 1974; Interno di un convento, 1977; Nosferatu a Venezia, 1988) che pare una vecchina vittima di demenza senile. Andy J. Forest e Paul Muller (Andrew Mason, il visconte Cobram di Fantozzi contro tutti, 1980) vanno meglio ma non possono fare miracoli in un film che ha una trama poco sensata. Chi vede la componente freudiana nel sogno di Luca, la decapitazione come castrazione, c'ha visto bene ma è più una coincidenza emersa dall'inconscio dei due sceneggiatori Gianfranco Clerici e Daniele Stroppa che una loro volontà di approfondire dinamiche psicanalitiche. Confusione con il titolo: in molte fonti compare come la Casa del sortilegio al singolare, in altre la Casa dei sortilegi; questo secondo titolo si è diffuso soprattutto dopo l'uscita del DVD distribuito dalla Fox. Io opto per il secondo, vista anche la scritta che compare all'inizio del film. In più, con la Casa del sortilegio si indica pure the Nesting di Weston nonché Boardinghouse di Wintergate, entrambi film del 1981.

La Casa nel tempo. In una vecchia villa, vive una vecchia coppia: lui, Vittorio (Paolo Paoloni), è molto legato ai suoi orologi; lei, Sara (Bettine Milne), cura con amore le sue piante. In realtà, si tratta di una coppia di folli che tiene in cantina i cadaveri dei propri nipoti. La pace familiare verrà interrotta dall'arrivo di tre giovani criminali che hanno programmato di derubare i vecchietti. Episodio Povero, come d'altronde era tutta la quadrilogia, ma con un soggetto interessante e con la regia dell'ormai attempato Fulci che dedica la dovuta attenzione ai particolari della casa e alle sue atmosfere. La Casa nel tempo (e non "del") ha un quid metafisico che fa il paio con opere fulciane quali E tu vivrai nel terrore! l'Aldilà (1981) ed è certamente più splatter di molte produzioni coeve direct-to-video. Pregevoli i tocchi gotici quali, ad esempio, i nipoti tenuti nella cappella privata. I due anziani, fra cui Paoloni noto megadirettoregenerale di fantozziana memoria, non riescono ad istaurare confidenza col ruolo e sembrano un po' ingessati, benché la loro follie à deux, espressa in modo naif, risulti davvero sinistra. Da segnalare, in senso negativo, i due nipoti seduti a tavola nella penultima scena, che danno nuovi e accresciuti significati al termine antipatico, nonché il lavoro di bassa qualità al doppiaggio. Presenza cult di Karina Huff - l'inglesina dell'evergreen Sapore di mare (1983) - nei panni di Sandra che irretisce un negoziante, il quale annuserà i suoi slip; la Huff (Voci dal profondo, 1991) è deceduta a 55 anni, il 18 aprile 2016, per un tumore recidivante al seno. Marchetta per Mediaset: nel negozio dove i giovani vanno a rubare, trasmettono alla radio "Esatto!" di Francesco Salvi, brano contenuto nell'album "Megasalvi" (1989) prodotto dalla Five Records del gruppo Fininvest a cui faceva capo anche Reteitalia.

La Dolce casa degli orrori. Genitori assassinati brutalmente tornano dall'aldilà per prendersi cura dei due figli: Sara (llary Blasi) e Marco (Giuliano Gensini), oltre che per vendicarsi del killer. La presenza dei due fantasmi nella casa non dà pace agli zii affidatari, i quali decidono di sloggiare dalla villa. I fantasmi fanno di tutto per impedire che i due bambini vengano portati via dalla dimora. Gli zii chiedono la consulenza di un tetro spiritista (Vernon Dobtcheff). Pressapochismo come regola di vita a partire dalla frase in esergo che viene attribuita a M. Hawthorne, quando il novellista del XIX secolo si chiamava Nathaniel. Forse il peggiore della tetralogia, ricco solo di qualche guizzo fulciano: l'inizio splatter (una testa spaccata contro il muro e la solita deorbitazione oculare, firma fulciana) e la ripresa in "soggettiva infantile" compiuta al cimitero. Fulci cerca di dilatare la durata del film proponendo un lungo flashback che ribadisce inutilmente la scena del duplice omicidio dei genitori dei bambini. Non bene neppure la musica elettronica di Vince Tempera. Da segnalare la presenza dell'ottenne llary Blasi, eoni prima di Totti e delle labbra da spaventevole clown, nei panni di una bambina insopportabile quanto il fratello Marco. Ma com'è che quando la Blasi è seduta sulle ginocchia della madre, risulta trasparente anche quest'ultima? Fra gli attori che affiancano i due pargoli mentre ridono e piangono a casaccio per tutta la durata del film, Lino Salemme (Demoni, 1985) nei panni del giardiniere, e Dobtcheff (Meridian, 1990). La Dolce casa degli orrori è uno dei Fulci peggiori di sempre; a sua discolpa, la pessima condizione di salute che il regista stava patendo.

TRIVIA

Nessun dato, per ora.

Regista:

Lucio Fulci, Umberto Lenzi

Durata, fotografia

90' ca. a episodio, colore

Paese:

Italia

Anno

1989

Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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