le Cinque chiavi del terrore

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Voto:

Cinque uomini, in una carrozza ferroviaria, vengono intrigati dal Dr. Schreck (Peter Cushing) che legge il loro destino coi tarocchi. Ciò dà il via agli episodi. Werewolf. l'immobiliarista Dawson ha a che fare con un licantropo. Creeping vine. Una pianta mette in pericolo la vita di una famiglia. Voodoo. Un musicista rimane colpito dai ritmi tribali e li ripropone come jazz non curandosi delle conseguenze. Disembodied hand. Mr. Marsh (Christopher Lee) uccide una persona che l'ha umiliato ma la mano di questo lo perseguita. Vampire. Bob (Donald Sutherland) ha il dubbio che la moglie sia una vampiressa.

LA RECE

Il primo omnibus horror della Amicus, la quale, visto il successo, fece di questo tipo di prodotti il suo cavallo di battaglia. Non una visione prioritaria, tuttavia consigliata all'horror fan.

L'Amicus, fondata da Milton Subotsky e Max Rosenberg, fu una delle case di produzione cinematografica più note al pubblico nei decenni '60 e '70; insieme alla rivale Hammer fu di certo la più nota fra quelle in terra d'Albione. Qualche gradino sotto la Hammer rispetto al numero di pellicole realizzate, l'Amicus seppe imporsi sfruttando soprattutto un sottogenere horror molto specifico, il portmanteau, ovvero l'horror a episodi. Le Cinque chiavi del terrore, che nulla ha a che fare con l'antologia Dr. Terror's house of horrors (1943) composta da spezzoni di classici horror, non fu tecnicamente il primo film Amicus, che invece fu il musical It's Trade, Dad! (1962), tuttavia fu il loro primo horror a riscuotere un discreto successo e a dare il via a una fortunata serie di omnibus horror: il Giardino delle torture (1967), la Casa che grondava sangue (1970), -la Morte dietro il cancello (1972), Racconti dalla tomba (1972), the Vault of horror (1973), la Bottega che vendeva la morte (1973). Le Cinque chiavi del terrore fu il terzo film diretto da Freddie Francis, il cui lavoro rivaleggiò con quello di Terence Fisher al soldo della Hammer; di quest'ultimo era nota la ricchezza rappresentativa e l'uso di elementi simbolici, sottigliezze che lo fecero amare dalla critica la quale lo preferì a Francis, il quale, però, premio Oscar per la fotografia di Figli e amanti (1960), sapeva rendere le pellicole cariche d'atmosfera massimizzando i budget a disposizione quasi mai elevati. Le Cinque chiavi del terrore è un'elegante antologia che si rifà agli elementi horror diventati classici a partire dagli anni '30: vampiri, licantropi, il voodoo, una mano amputata che cerca vendetta (il Mistero delle cinque dita, 1946) e una pianta assassina ispirata a l'Invasione dei mostri verdi (1962), horror diretto in parte da un Francis non accreditato. I soggetti delle storie, scritti da Subotsky anni addietro e ispirati dalla visione di Incubi notturni (Dead of night, 1945), sono svolti senza troppa fantasia, soprattutto nel caso degli episodi che hanno come perno il vampirismo e la licantropia, anche se, nel secondo caso, si fa un interessante uso delle luci che ricorda alcuni lavori di Bava. L'episodio sul Voodoo è quello che media i maggiori elementi comici, data la presenza di Roy Castle, ballerino di tip-tap. Meglio l'episodio che vede protagonista Christopher Lee come critico d'arte che viene umiliato in una mostra a causa di un quadro che lui reputa eccelso e che, invece, si rivela opera di uno scimpanzé; buona l'interpretazione dell'attorone. Inoltre, l'idea della mano che se ne va in giro procura sempre qualche brivido. In ogni caso, la migliore atmosfera del film si recupera nella storia di raccordo che vede protagonista l'altra punta di diamante: Peter Cushing. Film da giornata uggiosa ed apprezzabile da coloro che amano la flemma del vecchio horror anglosassone.

TRIVIA

⟡ Il musicista Edward Brian Hayes, più noto come Tubby Hayes, era stato ingaggiato per comporre lo score musicale di questo film ma, siccome non scrisse nulla, fu sostituito da Elisabeth Lutyens che, per la cronaca, fu la prima donna a comporre le musiche per un film inglese con Penny and the Pownall Case (1948). 

La Galleria degli orrori (Dr. Terror's gallery of horrors, 1967) si vendette come un ipotetico sequel del film qui recensito ma non fu realizzato dalla Amicus e, a parte il fatto di essere un'antologia horror, non è in nessuna relazione con Dr. Terror's house of horrors. Proprio per evitare problemi di catalogazione, e anche legali, fu distribuito nelle sale come Gallery of horror e venduto per la visione domestica come Gallery of horrors.

Titolo originale

Dr. Terror's House of Horrors

Regista:

Freddie Francis

Durata, fotografia

98', colore

Paese:

UK

Anno

1965

Scritto da Exxagon nell'anno 2011; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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