Giallo
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Voto:
La hostess Linda (Emmanulle Seigner) torna a Torino per scoprire che sua sorella, la modella Celine (Elsa Pataky), è stata rapita da Giallo (Byron Diedra, cioè Adrien Brody), un serial killer brutto e itterico. Linda si rivolge all'esperto ispettore Enzo Avoli (Adrien Brody). I due arrivano a scoprire l'identità e la storia di Giallo e si lanciano in una corsa contro il tempo per salvare Celine.
LA RECE
Blando giallo (ma più poliziesco) thriller che sarebbe solo blando e non disastroso se non fosse che è stato realizzato dal nostro maestro del giallo. Comprensibile delusione. Comunque ormai scivolato nel dimenticatoio.
Uno pensa che se Maestro Argento gira un film intitolato Giallo, questo possa essere il film del grande ritorno. Lo pensa perché, se mai ci fosse la necessità di ricordarlo, Argento è il regista che ha innalzato a perfetta forma di terrore il whodunnit. È lui che, con i suoi gialli della Trilogia degli Animali (l'Uccello dalle piume di Cristallo, 1970; il Gatto a nove code, 1971; 4 mosche di velluto grigio, 1972) e poi con il superlativo Profondo rosso (1975) ha creato l'ortodossia di un genere che vanta innumerevoli tentativi d'imitazione, fino ad arrivare ad Opera (1987) spartiacque che segnò quella che pare, a tutt'oggi, l'inesorabile discesa nel Maelström artistico del maestro italiano dell'horror. Quindi, lo spettatore s’appresta a vedere Giallo pensando, sperando che Argento possa aver compiuto un fruttuoso passo indietro, una virtuosa involuzione verso il genere che ha offerto al pubblico maggiori soddisfazioni e con il quale l'artista pare essersi meglio espresso. Valore aggiunto, nel cast non compare Asia Argento. E invece, il titolo è solo un furbastro richiamo al genere tanto amato perché, in realtà, giallo è il colore della pelle del killer la cui identità non è nascosta: si tratta di una sorta di brutto Bruce Springsteen con l'epatite che deve assumere l'interferone e la ribovirina. È brutto, lo prendevano in giro da piccolo e, allora, si mette a far fuori le belle donne. Ci scappa qualche scena mediata dai moderni torture-porn alla Hostel (2005) con passaggi dalle opulente architetture torinesi agli squallidi sottoboschi nei quali vive e opera il killer, quest’ultima la cosa più riuscita ma in debito con le atmosfere di Seven (1995). Poi c'è Adrien Brody, con un passato drammatico quanto assurdo, che fuma una sigaretta dietro l'altra e lavora nei meandri della questura alla ricerca di un killer che si sa essere un taxista. Giallo, pur tecnicamente controllato, si mostra con la mediocrità di un prodotto per cassetta, senza le manie e gli stilemi che di Argento hanno incantato. Si potrebbe tentare il salvataggio in zona Cesarini indicando il fatto che Brody interpreta sia l'ispettore sia il killer, un ispettore che nell'infanzia fu anche assassino; una sorta di specularità che, però, il film non approfondisce affatto. Qualche guizzo nostalgico durante le scene delle violente coltellate alla gola che ben rientrano nella tradizione argentiana ma, poi, ci sono le sequenze di tortura che non sembrano affatto consone allo stile del regista che paga pegno per la realizzazione di un film scritto da statunitensi. Il finale, quantomeno, poteva essere un minimo feroce lasciando nel mistero la sorte dell'ultima vittima che, invece, se la caverà; positività indigeribile pressata dalla produzione. Una pellicola di scarso entusiasmo realizzativo che traspare pienamente nel risultato finale. Poi, sfortuna vuole che si sommino a mediocrità filmiche inciampi produttivi e distributivi, e Giallo finisca per esordire in Italia su supporto home-video per passare, solo successivamente, nelle sale. Ma, ormai, la voce dello scontento era circolata. Da guardare in double-bill con il Cartaio (2004) per deprimersi.
TRIVIA
⟡ Giallo attraversò difficoltà tecniche poiché la produzione fallì in corso d’opera e a Brody non fu versato per intero il compenso. L’attore fece causa e bloccò la distribuzione negli USA che rimediò comprando la versione distribuita in UK.
⟡ Elsa Pataky, ai tempi, era la fidanzata dell'attore Adrien Brody.
⟡ Sia Vincent Gallo che Ray Liotta furono contattati per il ruolo di Giallo. Vincent rinunciò dopo che Asia Argento, la sua compagna d’allora, venne ingaggiata come attrice per il film. Asia rinunciò alla parte perché era in stato interessante ma Gallo non fu ripescato.
⟡ È il primo film di Argento non scritto da lui.
⟡ In una scena, Argento mostra i manifesti del film Juno (2007) per ricambiare il favore a Jason Reitman che nel film americano omaggiava Suspiria (1977).
⟡ In una scena, l'ispettore Avoli esce dalla questura e sul marciapiede incrocia un uomo che porta a spasso un cane. In una scena di molto successiva, Avoli e Linda incrociano al parco la medesima persona che porta a spasso lo stesso cane; l'uomo indossa lo stesso vestito che aveva nella precedente scena.
⟡ Il piccolo Enzo Avoli massacra a coltellate lo zio macellaio che aveva ucciso la madre. Davanti ad Avoli con in mano il coltellaccio insanguinato si para il carabiniere che, non si capisce come, non persegue il reato ma prende sotto la sua ala il tenero Avoli e lo fa diventare ispettore.
⟡ Dal film risulta che, a Torino, 1257 taxisti siano pregiudicati. A Torino, nel 2013, operavano 1560 taxisti (dato reale), ne deriva che, per gli sceneggiatori statunitensi, l’80,5% dei taxisti torinesi sia composto da pregiudicati. Meglio evitare i taxi a Torino o meglio scrivere le sceneggiature con più attenzione?
Regista:
Dario Argento
Durata, fotografia
92', colore
Paese:
Spagna, Italia, USA, UK
2008
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
