Masters of Horror - Season II
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Prosegue, dopo Masters of Horror - Stagione I (2005) la carrellata degli horror aggregati dall'idea di Mick Garris, ovvero riunire diversi e famosi registi del cinema di paura e lasciar loro carta bianca sulla storia e sul modo di rappresentarla. Unici vincoli posti da Showtime Network, finanziatore del progetto, è che non fossero presenti nei mediometraggi (60' ciascuno ca.) scene di nudo frontale maschile o bambini che facessero male ad altri bambini. Segue l'elenco completo dei film in ordine di programmazione.
LA RECE
Seconda tornata di horror girati da registi più o meno affermati nel genere. E chi più, chi meno, si riesce a rendere la raccolta interessante.
Discordia (The Damned Thing) di Tobe Hooper ∎ Il padre di Kevin (Sean Patrick Flanery) ha ucciso la moglie e, poco prima di far fuori anche Kevin, viene fatto a pezzi da un'entità non visibile. Diventato grande e sceriffo, Kevin ha di nuovo a che fare con l'entità che riprende a mietere vittime. ∎ Canonico horror che riprende alcune atmosfere da vecchio monster-movie modernizzato con il digitale e coadiuvato dalla buona performance recitativa di Flanery. Storia abbastanza interessante con il “petrolio incazzato”, qualche momento di tensione e molto sangue per un Tobe Hooper meno originale rispetto alla prima stagione ma, comunque, convincente. Il finale, però, lascia perplessi.
Family (Family) di John Landis ∎ Harold Thompson (George Wendt) è uno scapolone che, da buon psicotico, uccide persone per ricrearsi un ambiente familiare fatto di scheletri. Quando una giovane coppia (Matt Keeslar e Meredith Monroe) va a vivere nella casa vicina a quella del folle, passa poco tempo prima che Harold prenda di mira i due. O così sembra. ∎ Non ha prodotto moltissimo in ambito horror, però è indiscutibile che Landis sappia miscelare bene paura e vena comica. In Family le situazioni sono grottesche ma, in sottofondo, serpeggia qualcosa di davvero malsano che echeggia tematiche hitchcockiane. In più, si potrebbe leggere l'episodio come una satira diretta alla middle class. Buoni gli attori, ottimo Wendt. Sceneggiatura irriverente con forti elementi sessuali. Finale con sorpresa un po' forzata che porta ad alcune incongruenze logiche. Buon episodio.
V di Vampiro (The V Word) di Ernest R. Dickerson ∎ Due giovani annoiati (Arjay Smith e Branden Nadon) si introducono in un'agenzia di pompe funebri per vedere un vero cadavere. Scopriranno che il proprietario (Michael Ironside) è un vampiro. ∎ Dickerson non è uno dei più noti registi horror e la sua carriera è fatta, più che altro, di prodotti televisivi; qui, dirige un soggetto di Mick Garris, il creatore della serie, che cerca di dare una nuova dimensione alla figura del vampiro. Ce la fa? No. Buona la prima parte che vede i ragazzi aggirarsi per l'agenzia tutta buia; poi, salta fuori il cattivo e si capisce dove si andrà a parare. Un po' di splatter, qualche momento di tensione e alcune citazioni dotte non bastano. Fiacco, però Michael Ironside è sempre un signor cattivo.
Rumori di tenebre (Sounds Like) di Brad Anderson ∎ Larry Pearce (Chris Bauer) è un uomo disperato: ha attraversato una tragedia che riguardava il figlio malato, ha una vita rutinaria e, perdipiù, ha sviluppato la strana capacità di sentire anche il più piccolo suono enormemente amplificato. La pazzia è dietro l'angolo. ∎ Anderson, quello di Session 9 (2001) e l'Uomo senza sonno (2004), ovvero un cineasta più interessato alla mente e all'orrore che da essa può scaturire piuttosto che al sangue. L'episodio non si discosta dalle sue tematiche e, a parte un finale che mostra una scena visivamente forte, potremmo ritenere Sounds like più simile a un episodio di Ai confini della realtà che a un horror. Non è un limite. Bravo il protagonista, bella la scena con i movimenti oculari accompagnati dal loro rumore esasperato. Episodio molto valido.
Il Seme del male (Pro-Life) di John Carpenter ∎ Angelique (Caitlin Wachs) è incinta ma vuole abortire e si rifugia in una clinica per portare a termine l'intenzione. Il dottore Alex O'Shea (Mark Feuerstein) si trova fra due fuochi: da una parte il padre (Ron Perlman) e i fratelli di Angelique, invasati religiosi disposti a difendere con le armi la vita del nascituro, dall'altra la ragazza che sostiene che il padre è un vero e proprio mostro. ∎ Ron Perlman in un ruolo insolito e la giovane ragazza che vive qualcosa di simile a Rosemary di Polanski. Qualche effettaccio sanguinolento in digitale, un neonato assolutamente più raccapricciante di quello visto in Baby killer (1974) e, in conclusione, un diavolaccio che mi ha ricordato il Lord of Darkness di Legend (1985). Interessante, ma non è certo la punta di diamante dei lavori di Carpenter.
Pelts: Istinto animale (Pelts) di Dario Argento ∎ Un untuoso produttore di pellicce (Meat Loaf) riesce a mettere le mani su un'eccezionale partita di pelli di procione, talmente belle da morire ∎ Come per il precedente film diretto da Argento per Masters of horror, c'è da aguzzare la vista per riconoscere la firma del regista: musiche di Simonetti, primi piani di guanti neri e primissimi piani di altri oggetti. Pelts, fra tutti i lavori di Argento, è probabilmente quello più splatter: una testa rotta con una mazza da baseball, una faccia ficcata in una tagliola, gente che si scuoia. La trama non è poi così avvincente ma gli attori sono in palla e, come detto, il gore-fest potrebbe, a chi piace, compensare le eventuali manchevolezze; in più, è presente qualche interessante scena di sesso in modo da confermare Argento, se non il più brillante regista di Masters of horror, almeno quello che ha realizzato i due episodi più hot.
Contro Natura (The Screwfly Solution) di Joe Dante ∎ Un virus invade gli USA e buona parte del mondo, trasformando tutti gli uomini in feroci assassini ai danni delle donne. Anne (Kerry Norton) deve fuggire con la figlia perché non può più fidarsi dell'amato marito Alan (Jason Priestley). ∎ Da almeno vent’anni, Dante avrebbe voluto girare un film che trattasse questa storia adattata, poi, da Sam Hamm per Masters of horror. I due, senza perdere di vista l'elemento orrorifico, costruiscono un film con una forte valenza sociologica: si tratta della battaglia dei sessi, dei piccoli gesti maschilisti che, in alcuni casi, portano alla violenza domestica. The Screwfly solution drammatizza le differenze uomo-donna e genera un senso di minaccia diffusa. Il fondamentalismo religioso che traghetta l'istinto omicida è un altro interessante elemento del film. Meno palesemente socio-politico rispetto al precedente Homecomin, Joe Dante dimostra con the Screwfly solution di amare l'horror di concetto provando che il genere è tutt'altro che mero sangue e morbosità.
La Bestia (Valerie On Stairs) di Mick Garris ∎ Rob Hanisey (Tyron Leitso) è un giovane scrittore che va a vivere in un pensionato abitato da altri scrittori mezzi falliti come lui. Appena arrivato, l'uomo si trova faccia a faccia con lo spirito di una bellissima ragazza uscita da un racconto. Tuttavia, la giovane è legata a un essere demoniaco che non intende lasciarla libera. ∎ Non è facile tradurre in film le complesse storie di Clive Barker. Mick Garris ci prova con questo episodio che, più intelligente di quanto sembri, gioca fra realtà e immaginazione. Inizio come consueta ghost story con garanzia di alcuni momenti di sana paura, oltre a un nudo femminile eccellente. La storia, poi, si complica un poco per concludersi in un finale weird di non facile interpretazione. La seconda parte del film, inoltre, non lesina in sangue. Il mostro che reclama il possesso della fanciulla ricorda molto da vicino gli esseri di Midian (Cabal, 1989) altro prodotto sortito dalla mente di Barker. Molto bravo Christopher Lloyd, la sua recitazione surclassa quella di chiunque altro nel film. Interessante episodio dark fantasy.
Dal coma con vendetta (Right To Die) di Rob Schmidt ∎ In seguito a un grave incidente automobilistico, Abbey (Julia Anderson) rimane terribilmente ustionata e finisce ricoverata in coma vigile. Il marito Cliff (Martin Donovan), uscito incolume dall'incidente, si rende conto che lo spirito della donna riesce a staccarsi dal corpo durante i frequenti arresti cardiaci che la colpiscono. ∎ Dal regista di Wrong turn (2003), uno scomodo film abitato da personaggi difficili da prendere in simpatia: il marito è uno che fa sesso con l'amante mentre la moglie è in coma, l'amante non conosce la vergogna, la moglie è un fantasma spietato e spellato; il dramma umano porterà il medico a trovare soluzioni ulteriormente impietose. Effetti speciali ben realizzati, colpo di scena che spiega la furia di Abbey e finale bizzarro. Un godibile incubo suburbano. Il seno di Julia Anderson, vero nome Benson, è da competizione. E vincerebbe.
Il Gusto della paura (We All Scream For Ice Cream) di Tom Holland ∎ Un gruppo di ragazzini tira un pessimo scherzo a un gelataio di strada, scherzo che finisce in tragedia ai danni dell'uomo. Anni dopo, i ragazzini divenuti uomini non si aspettano che lo spirito del gelataio torni per cercare vendetta. ∎ Modesto siparietto horror diretto da un regista (la Bambola assassina, 1988) la cui carriera non è andata benissimo, e in cui sono stati inseriti diversi elementi tipici dell'iconografia del genere: canti infantili, clown, bambinetti antipatici. Lo stile di Holland è standard e, anche se alcuni momenti colpiscono nel segno, la maggior parte delle situazioni risulta mediocre. La recitazione non è al top, così come i dialoghi. Buoni gli effetti speciali ma solo questi. Non è il film che farà uscire Holland dall’angolo.
Il Gatto nero (The Black Cat) di Start Gordon ∎ Edgar Allan Poe (Jeffrey Combs) non se la passa bene: il suo editore lo mette alle strette e la bella moglie Virginia (Elyse Levesque) ha la tisi all'ultimo stadio. Poe, poi, è un alcolizzato. Mentre prova a scrivere una storia, l'autore finisce per essere sempre più ossessionato dal gatto di famiglia. L'epilogo non è quello noto. ∎ Stuart Gordon dimostra di sapere non solo trattare gli scritti di Lovecraft ma anche quelli di Poe e, qui, adatta, anzi, reinventa "Il Gatto Nero". Il film ha la sua dose di violenza e sangue ma ciò che colpisce è lo stile con cui è stato realizzato il film: surreale e pieno di immaginazione, oltre che romantico e immerso in un'atmosfera gotica. I colpi di tosse gorgoglianti di sangue di Virginia sono fra i più terribili mai uditi. Jeffrey Combs (Re-Animator, 1985), invecchiato e sbronzo, è un Poe davvero eccezionale. Episodio impeccabile, il migliore della seconda stagione. I titoli di testa presentano delle belle illustrazioni.
Il Cannibale (The Washingtonians) di Peter Medak ∎ Dietro a un quadro di George Washington, Mike Franks (Johnathon Schaech) trova un manoscritto dello stesso personaggio storico che lascia intendere che questi fosse un cannibale. Frank vuole rivelare la cruda realtà a tutto il mondo ma gli washingtoniani, una setta antropofaga, vuole morto lui e la sua famiglia. ∎ Altro regista inserito fra i Masters di straforo: Medak ha realizzato sostanzialmente due soli horror, e anche se he Changeling (1979) è validissimo, non basta per essere definito maestro del genere. Non è ben chiaro se the Washingtonians si ponga come film politico che, in qualche maniera, voglia denunciare la tendenza al cover-up dei governi, oppure il film sia solo una spassosa storia horror con risvolti black comedy. Il risultato non convince e l'aspetto generale è da film per la tv. Qualche eccesso splatter potrà ringalluzzire il gorehound. Uno degli episodi meno riusciti.
Crociera di sangue (Dream Cruise) di Norio Tsuruta ∎ Jack Miller (Daniel Gillies) è un avvocato che lavora a Tokyo. Il suo cliente Eiji Saito (Ryo Ishibashi) lo invita sulla sua barca a discutere di affari. Sulla barca c'è anche Yuri (Yoshino Kimura), la moglie di Eiji. I problemi sono tre: Jack ha paura dell'acqua a causa di una disgrazia accadutagli da piccolo, Jack ha una storia d'amore con Yuri, ed Eiji ha un omicidio alle spalle. ∎ Tsuruta, nipponico la cui opera più alta è Premonition (2004), realizza una risaputa ghost story basata sulla vendetta. Nulla di originale ma gli ipertricotici fantasmi giapponesi, se vengono piazzati nei posti giusti, fanno sempre la loro bella paura. Buoni gli attori, buona la cura realizzativa ma si tratta del solito J-horror da brivido.
TRIVIA
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
AaVv
Durata, fotografia
60' a episodio, colore
Paese:
USA, Canada
2006
Portmanteau, Psicologico, Monster movie, Vampiro, Splatter, Donna, Fantasy, Ghost, Erotic Horror, Cannibal, Orientale, Spooky fest
Scritto da Exxagon nell'anno 2010; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
