Masters of Horror - Season I
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Voto:
Nata da un'idea del regista Mick Garris, Masters of horror è una serie televisiva canadese-statunitense composta da 13 episodi della durata ognuno di un'ora. L’idea di Garris fu riunire diversi e famosi registi del cinema di paura e lasciar loro carta bianca sulla storia e sul modo di rappresentarla. Masters of horror ha fatto la sua prima apparizione sulla rete privata via cavo Showtime, il che ha permesso di essere più permissivi rispetto a temi e scene. Dal canto suo, Showtime Networks ha chiesto che non fossero presenti scene di nudo frontale maschile o bambini che facessero male ad altri bambini. Una volta precisate queste regole, la serie poté esordire il 28 ottobre 2005. Segue l'elenco completo dei film in ordine di programmazione. Segue Masters of Horror - Stagione II (2006).
LA RECE
Pregevole progetto di omnibus horror ma lasciando i registi (non tutti masters, a mio parere) liberi di creare. Come al solito, nel caso di prodotti ad episodi, il risultato è eterogeneo ma, nel complesso, l'operazione è appagante.
Panico sulla montagna (Incident On And Off A Mountain Road) di Don Coscarelli. ∎ Guidando di notte su una solitaria strada di montagna, Ellen (Bree Turner) finisce per esser catturata del mostruoso killer Faccia di Luna (John DeSantis) che vive nel bosco e colleziona cadaveri. Le lezioni di sopravvivenza impartite ad Ellen dal suo ex torneranno molto utili. ∎ Un po' slasher e un po' backwood brutality alla Non aprite quella porta (1974) con un'eroina del tutto particolare che permetterà un modesto finale a sorpresa. Il mostro della situazione è il solito redneck deforme, anche se questa volta non siamo nel sud degli USA ma in un bosco canadese ben sfruttato dal direttore alla fotografia Jon Joffin. Paura no, splatter abbastanza. Molto poco originale, anche se vorrebbe esserlo. Coscarelli (Fantasmi, 1979) mi pare troppo affezionato ai Tall Men.
La Casa delle streghe (Dreams In The Witch-House) di Stuart Gordon. ∎ Walter Gilman (Ezra Godden), un giovane ricercatore universitario, affitta una stanza in un vecchio stabile. Non può sapere che le pareti della stanza creano un varco fra il suo mondo e quello di una strega del XVII secolo che lo obbligherà a fare cose terribili. ∎ Non stupisce che sia Stuart Gordon ad adattare per lo schermo una storia presa da Lovecraft, visto che del Triste di Providence è un abitudinario (Re-Animator, 1985) e stupisce relativamente rivedere Ezra Godden indossare una maglietta della Miskatonic University (Dagon, 2001). Buone le atmosfere, discreti gli interpreti, bel nudo femminile ma la storia non aggiunge nulla alla risaputa idea della strega che vuole rubare bambini. Il protagonista lotta contro una forza che lo guida verso il Male ma questa forza non è mai messa in primo piano e, in definitiva, non si sa perché Walter debba agire così. Buon finale ma l'episodio non è esaltante.
La Danza dei morti (Dance Of The Dead) di Tobe Hooper. ∎ In un America post-apocalittica ma che ricorda gli anni '50, Peggy (Jessica Lowndes) vive con una mamma oppressiva e sogna la libertà. Questa arriva con il volto del ribelle Jak (Jonathan Tucker) con il quale Peggy esce di notte di nascosto, diretta al Doom Room, un locale dove il proprietario (Robert Englund) offre agli avventori l'orribile Danza dei Morti. ∎ Originale dramma della disperazione; molto potenziale anche se non sempre espresso a dovere, il che fa il paio con la carriera di Hooper, artista dai risultati altalenanti. Pellicola dal montaggio forsennato, più di 1100 tagli, con momenti sopraffatti dalla musica rock di Billy Corgan degli Smashing Pumpkins. Nel complesso il film ha i suoi quadretti affascinanti: i locali post-apocalittici e i loro avventori sono ben resi, la danza dei morti è terribile, nell'accezione positiva del termine, e Englund che fa il lurido con le belle morte-viventi è eccellente.
Istinto assassino (Jenifer) di Dario Argento. ∎ Il detective Frank Spivey (Steven Weber) salva Jenifer (Carrie Fleming), giovane donna sfigurata, da un uomo apparentemente folle che vorrebbe farla a pezzi con una mannaia. Impietosito dal volto di Jenifer e attratto dal suo bellissimo corpo, il poliziotto finisce per portarsi in casa una donna dagli istinti bestiali. ∎ Un Argento poco riconoscibile se non per la nenia infantile ad inizio film (di Claudio Simonetti) e il riflesso del volto di un assassino nella lama di una mannaia. L'idea della storia viene da un fumetto pubblicato nel numero 63 della rivista “Creepy” (1974) e, in pratica, è il ribaltamento del mito della Bella e la Bestia. Qui, però, non c'è un candelabro che parla in francese, bensì un sacco di sangue e un tot di sesso. È stato l'unico film della prima serie di Masters of horror ad aver necessitato di due tagli, entrambi relativi a una scena di sesso orale. L'effetto protesico per deformare il volto della protagonista non è esaltante. Le scene di sangue sono splatter ma banali, eppure il soggetto filmico è abbastanza bizzarro e interessante. Vale la visione.
Il Gusto dell'ossessione (Chocolate) di Mick Garris. ∎ Dopo aver assaggiato del cioccolato, il chimico Jamie (Henry Thomas) finisce per trovarsi psichicamente connesso con una donna: vede il mondo attraverso i suoi occhi e le sue sensazioni. Jamie s’innamora della donna senza neppure conoscerla anche dopo aver avuto la visione di lei che uccide un uomo. ∎ Mick Garris, oltre a dare il via alla serie, ha costruito la sua carriera adattando per il cinema (o la tv) le storie di Stephen King: the Shining (1997) i Sonnambuli (1992); l'Ombra dello scorpione (1994) e pure Desperation (2006) di cui si vede il libro nell'episodio. Più che un horror, Chocolate sembra un episodio di Ai confini della realtà con un protagonista turbato da flash e visioni. Bravo, comunque, Thomas a mettere in scena un uomo solo che cerca disperatamente di amare ancora. Poco sangue e zero tensione. La protagonista si masturba nella vasca da bagno con la doccetta. Non ricordo altro.
Candidato maledetto (Homecoming) di Joe Dante. ∎ Uno dei consiglieri di parte repubblicana, David Murch (Jon Tenney), sostiene che la guerra sia una cosa buona, e aggiunge che se il proprio fratello, a suo dire morto in Vietnam, fosse tornato a casa vivo avrebbe asserito di essere morto per qualcosa di giusto. Dopo pochi giorni, i soldati morti in Iraq tornano in vita come zombi: non vogliono mangiare carne umana ma poter votare per qualcuno che non mandi a morire i ragazzi per una bugia. ∎ Già Romero aveva fatto degli zombi una metafora politico-sociale, e Bob Clark aveva affinato il concetto con il militare che torna a casa zombi in la Morte dietro la porta (1974). Joe Dante, quello di Gremlins (1984), l'Ululato (1980) ed Explorers (1985), porta la formula su un piano meno allegorico. Già antimilitarista ne la Seconda guerra civile americana (1997), Dante mette in scena zombi che non rappresentano nulla più che la parte degli USA che vuole dire basta a un governo che guerreggia a destra e a manca. Homecoming è palesemente un film politico in cui i soldati dicono basta e, pacificamente, si avvalgono del diritto di voto; i veri mostri sembrano essere i guru delle pubbliche relazioni. Un po' di propaganda democratica contro Bush da parte di un'America stanca di vedere i propri figli massacrati è comprensibile e giusta ma questo non fa di Dante un genio né del film un bell'horror.
Leggenda assassina (Deer Woman) di John Landis. ∎ Dwight Faraday (Brian Benben), un poliziotto con un ruolo di poco conto a causa di un passato drammatico, crede che dietro gli strani omicidi che hanno colpito la sua cittadina vi siano gli zoccoli della Donna Cervo, una creatura del folklore indiano. ∎ Non male, anche perché, come fece in un Lupo mannaro americano a Londra (1981), Landis mescola abilmente elementi comici e orrorifici. Momento top: Dwight si immagina tre differenti scenari per il primo omicidio. Landis si prende il suo tempo per inquadrare il protagonista e creare siparietti comici, però, poi, sbriga con troppa sveltezza la seconda parte che avrebbe dovuto garantire il thrilling. La donna cervo è uno schianto, non mi formalizzerei troppo per le sue gambe. Bella scena di taglio col bisturi.
Incubo mortale (Cigarette Burns) di John Carpenter. ∎ Kirby (Norman Reedus), il gestore di un cinema con un drammatico passato alle spalle, è ingaggiato dal collezionista Belliger (Udo Kier) per ritrovare l'unica copia esistente del film "La Fin Absolue du Monde", pellicola che fa impazzire chiunque la guardi. ∎ La gente guarda gli horror non tanto per provare paura ma per scaricare la paura, la tensione, visitando, tramite la pellicola, zone dell’immaginazione poco esplorate nella quotidianità. Cigarette burns, l'episodio più bizzarro della prima stagione, tratta proprio di questa dinamica: l’horror non solo ritrae l'orrore ma può consumare lo spettatore. Non è un film facile anche perché è poco lineare e molto onirico, ma è affascinate, soprattutto per un cinefilo. Parecchio sangue e lo sguardo magnetico di Udo Kier a incorniciare il tutto. Buono, quasi cronenberghiano.
Patto con il demonio (The Fair Haired Child) di William Malone. ∎ Tara (Lindsay Pulshiper) viene rapita da una coppia che ha perso il figlio, annegato nel lago. La ragazza rappresenta la dodicesima vittima della coppia che ha stretto un patto con Satana il quale avrebbe promesso di riportare in vita il ragazzo dopo dodici sacrifici. ∎ Malone non è il primo che viene in mente quando si parla di maestri dell'orrore, ma tant'è. L'episodio soffre per i diversi cliché sui quali si appoggia come, d'altra parte, accadeva con gli altri film del regista (il Mistero della casa sulla collina, 1999; Paura.com, 2002): padroni di casa malvagi, scritte d'avvertimento sul muro, entità maligne. Episodio mediocre anche se non è male il piccolo mostro realizzato in computer grafica e, forse, The Fair Haired Child è persino superiore ai precedenti lungometraggi di Malone.
Creatura maligna (Sick Girl) di Lucky McKee. ∎ L'entomologa Ida (Angela Bettis) s'innamora di Misty (Erin Brown) una bella ed eccentrica giovane ragazza. Le due vanno a vivere insieme, e con loro arriva anche uno strano insetto capace di variare il carattere delle persone tramite una tossina. ∎ Commedia romantica con quel non so che di monster-movie anni '50. Non molta paura ma abbastanza divertente, supportato dalla buona performance delle attrici. Il regista McKee, che deve la sua notorietà al film May (2002), bilancia bene elementi comici e orrorifici aggiungendo un elemento di attualità sociale, il riconoscimento delle coppie gay. Non essenziale ma piacevole.
Strada per la morte (Pick Me Up) di Larry Cohen. ∎ Stacia (Fairuza Balk), fresca di divorzio, è persa nel bel mezzo del nulla dal momento che il pullman che la stava trasportando si è guastato. La donna, che ha accettato il passaggio di un camionista, finisce in mezzo alla guerra tra due serial killer. ∎ Maestro dell'orrore non so, però Baby killer (1974) e Q - il serpente alato (1982) sono due piccoli cult. Pick me up poteva essere una convenzionale storia di serial killer ma Cohen la trasforma in una strana black comedy a tratti davvero simpatica, anche se non così originale nello svolgimento. I personaggi dei killer sono sopra le righe e poco credibili, però ben s’inseriscono nella storia. Forse più thriller che horror nonostante le diverse scene di sangue. Finalone nichilista. È anche l’ultima regia ufficiale di Cohen prima della sua morte (2019).
La Terribile storia di Haeckel (Haeckel's Tale) di John McNaughton. ∎ Una donna racconta una terribile storia a un uomo che vorrebbe riportare in vita la moglie tramite negromanzia. Il racconto narra del giovane e scettico scienziato Ernst Haeckel (Derek Cecil) che finì per convincersi che fosse possibile risuscitare i morti. I corpi, quindi, tornano, ma l’anima? ∎ Una fiaba a metà strada fra Frankenstein e luride lussurie necrofilie diretta da un McNaughton già da un pezzo impegnato a dirigere storie che mescolano sangue e sesso (enry - pioggia di sangue, 1990). Il regista sa come costruire un racconto forte che sfida le aspettative: il risultato è un episodio davvero interessante che si distingue dagli altri della serie per la sua impostazione solo apparentemente goticheggiante. Peccato per il livello di recitazione mediocre. Haeckel's tale rimane uno degli episodi migliori della prima serie.
Sulle tracce del terrore (Imprint) di Takashi Miike. ∎ Metà dell'800. Christopher (Billy Drago), giornalista americano, torna in Giappone per cercare la prostituta di cui si era innamorato. La ragazza, però, è morta. L'unica cosa che Christopher potrà ascoltare è il racconto di una prostituta sfigurata che ha più di una terribile confessione da rendere. ∎ L'episodio migliore della serie. Doveva essere trasmesso nel gennaio 2006 ma Showtime bloccò il film che comparve in DVD solo il 26 settembre 2006. Cruda pellicola di Miike, curatissima nelle scenografie e nella fotografia. Come Audition (1999), Imprint progredisce in una dimensione di falsa sicurezza fino a un certo stadio della narrazione, per poi esplodere in una violenza a stento sopportabile che porta con sé molte delle fantasie sadico-erotiche nipponiche di tipo bondage. Scena cult: gli aghi infilati sotto le unghie in modo tale che anche lo spettatore senta male. Ma la cosa non finisce qui. La storia raccontata dalla prostituta protagonista del film ha a che fare con violenze domestiche, abusi, suicidio, incesti e aborti, e quando dico aborti intendo feti in bella mostra. Il film galleggia fra l'assurdo e il seriamente orripilante, e il finale, dai toni cronenberghiani, non è assolutamente prevedibile. Miike si conferma un maestro dell'orrore con questo Imprint che non è assolutamente adatto ai più impressionabili. Unica nota negativa, la recitazione non entusiasmante degli attori, in primis quella di un invecchiato Billy Drago, il fu Frank Nitti killer della mafia che Costner fa volare giù dal palazzo ne gli Intoccabili (1987). Da vedere, questo e gli Intoccabili.
TRIVIA
⟡ Nessun dato, per ora.
Titolo originale
Id.
Regista:
AaVv
Durata, fotografia
60' ad episodio, colore
Paese:
USA, Canada
2005
Portmanteau, Backwood brutality, Monster movie, Strega e Necromante, Demoniaco, LGBTQ+, Zombi, Splatter, Orientale, Post-Apocalittico,
Scritto da Exxagon nell'anno 2009; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
