Resident evil
-
Voto:
Alice (Milla Jovovich), in totale condizione di amnesia, viene portata di forza nell'Alveare, un enorme complesso nascosto a 600 metri di profondità sotto Raccoon City e di proprietà della potente multinazionale Umbrella Corporation nel quale si compiono sperimentazioni biologiche. Risulta che la Regina Rossa, il super computer che governa l'Alveare, ha ucciso coloro che stavano in esso per poter contenere la diffusione del pericolosissimo virus-T che trasforma i morti in zombi. La missione è disattivare la Regina Rossa per poter aprire vie di fuga che, però, diventano corsie anche per i morti viventi e per un mostruoso mutante.
LA RECE
Fra dinamismi che riflettono le meccaniche di gaming e una certa passività richiesta al pubblico, con la "final girl" cazzuta che girovaga nei meandri del capitalismo kafkiano rappresentato dall'Hive della Umbrella. Si anticipa, in qualche modo, la nuova grammatica del cinema post-post moderno: velocità, intrattenimento, vacuità.
Il videogioco Resident Evil, lanciato dalla Capcom, apparve in Giappone nel 1996 col titolo Biohazard. Il survival-horror, genere videoludico a cui Resident Evil appartiene, ha conquistato il cuore di diversi gamer fondendo l’azione dello sparatutto con l’esplorazione di ambienti sinistri tipica di una certa corrente di avventure grafiche (Alone in the dark, 2005). L'utilizzo di eroine femminili in tali videogiochi, che poi si farà stato dell’arte con Tomb Rider, non ha affatto turbato i maschietti. Il designer di Resident Evil, Yoshiki Okamoto, ha ammesso da tempo che il suo lavoro sia stato influenzato dalla visione de la Casa (1981) e la Notte dei morti viventi (1968); se ne potrebbe dedurre che il film Resident evil sia di terza mano, cioè la riduzione cinematografica di un videogioco che è una rielaborazione di altri film. Da questo, ma non solo da questo, un certo grado di derivatività che aleggia per tutto lo svolgimento di questo fantahorror action. Dal momento che Romero, a cui fu offerta la regia del film, rifiutò per divergenze artistiche con la produzione, ci si rivolse al più funzionale Anderson, il quale, già nel 1995, s’era cimentato con la riduzione cinematografica di un altro videogame: Mortal Kombat. Meno grezzo di quest'ultimo, Resident evil offre ad Anderson almeno un canovaccio per mostrare le sue doti registiche. In effetti, il film si apre con un certo gusto estetico nell'Alveare per poi passare al risveglio di Alice, la sempre bella e algida Milla Jovovich, che vaga per la villa finché un reparto speciale non la porta nell'inferno sotterraneo. Qui, però, il film stalla. Si iniziano a inanellare sequenze d'azione, orde di zombi, cani mutanti e mostri altrettanto mutati la cui qualità digitale non è ineccepibile. Ma non facciamo le pulci all’effettistica. Piuttosto, è probabile che lo spettatore possa perdersi fra nomi e interpreti ancor prima di aver conquistato una certa dimestichezza con i protagonisti. Si passa di stanza in stanza come si stesse davvero col gamepad in mano, a discapito di una trama che finisce per farsi sempre più debole e sempre più mirata all'accumulo. L'idea di eliminare quattro membri del team militare in un colpo solo, in un corridoio che ha dei mezzi di difesa molto simili a quelli visti in Cube - il cubo (1998), dà la misura dell'importanza dell'azione a discapito delle dinamiche fra i personaggi. Il film entra, così, nel tunnel della routine, ivi comprese i balzi ginnici della Jovovich che deve aver apprezzato molto Matrix (1999). Il gorehound, però, non apprezzerà il fatto che, a parte qualche scena di sangue asettica, tutto ciò che avrebbe potuto essere truculento viene tagliato col nero e sottolineato da forti rumori; ma il gioco delle porte che si aprono fragorosamente, che si chiudono fragorosamente e che esplodono ancor più fragorosamente, non fa balzare sulla sedia. I dialoghi si riducono ad esclamazioni, comandi o spiegazioni che servono giusto allo spettatore per non perdersi nel dedalo dell'Alveare. Fra gli attori, oltre alla Jovovich che pare una legnosa Lara Croft non maggiorata, si distingue Michelle Rodriguez nei panni della dura Rain Ocampo. Nonostante le diverse critiche, il film si fa guardare e non annoia; dopotutto, Resident evil non è di certo uno dei peggiori gamvie in circolazione e il furbo e dinamico mix di horror e azione ha presa sullo spettatore così come aveva conquistato molti gamer. L'atmosfera si è persa ma questo ennesimo film che mette in guardia il mondo dalla distopia del Grande Fratello è quello perfetto per essere accompagnato da bollicine e popcorn. E poi vennero i sequel: Resident evil: apocalypse (2004) e Resident evil: extinction (2007), Resident evil: afterlife (2010), Resident evil: retribution (2012) e Resident evil: the final chapter (2016).
TRIVIA
Paul William Scott Anderson (1965) dixit: “Ovviamente ci sono state eccezioni alla regola, per esempio Ripley nei film di Alien, ma quando sono arrivato a Hollywood per la prima volta […] c'era questa regola che le femmine nei film d'azione non funzionano. Gli studi americani non volevano farli. Ma il primo Resident evil è stato realizzato al di fuori dell'America, al di fuori del sistema degli studios. È stato acquistato dalla Sony ma era un film indipendente […] Non avevamo investimenti americani nel film. Abbiamo fatto quello che volevamo e abbiamo ottenuto un grande successo” (morbidlybeautiful.com).
⟡ L’incontro fra il regista Anderson e la Jovovich fu fortunato: i due si sposarono nel 2009. Anderson era al primo matrimonio, mentre Milla si era già sposata due volte: la seconda con Luc Besson, dal 1997 al 2000, e la prima con l’attore Shawn Andrews che se l’era portata a Las Vegas e sposata in tutta fretta nel 1992. Peccato che Milla avesse solo 16 anni. Il matrimonio fu annullato immediatamente per intervento della madre della Jovovich.
⟡ L'idea della stazione biologica sotto terra può essere fatto risalire al film Andromeda (1971).
⟡ La scena finale del film, compreso il giornale con il titolo "The Dead Walk!" richiama la scena iniziale de il Giorno degli zombi (1985).
⟡ L'edizione speciale in DVD include un finale alternativo. Sei mesi dopo l'incidente a Raccoon City, Alice va al quartier generale della Umbrella per cercare Matt. Il sistema di sicurezza la identifica e tutte le guardie sfoderano le armi. Alice tira fuori le sue, la cinepresa fa un primo piano e si sente uno sparo; segue un primissimo piano dell'occhio di Alice che si chiude.
⟡ Descrivendo come gli esseri umani possano essere rianimati, la Regina Rossa sostiene che, dopo la morte, i capelli e le unghie continuano a crescere. Questa è un'idea comune ma errata. Unghie e capelli non crescono nei cadaveri, bensì è la pelle a ritirarsi e a seccarsi dando una falsa impressione di crescita.
⟡ Il titolo originale del film avrebbe dovuto essere Resident evil: Ground Zero, scelta scartata dopo la tragedia dell'11 settembre.
⟡ Il primo piano dell'occhio della protagonista, un marchio di fabbrica del franchise, è preso direttamente dal primo videogioco della serie.
⟡ Alla fine dei titoli di coda viene riproposta una frase detta dal soldato Ocampo: "Quando esco da qui voglio farmi una scopata", nell’originale: "When we get out of here, I think I'm gonna get laid".
⟡ Il film presenta diverse connessioni con la novella “Alice nel paese delle meraviglie”: il nome della protagonista; il nome dell'intelligenza artificiale che governa l'Alveare; la decapitazione come forma di uccisione; un fermacarte di Alice nel paese delle meraviglie; per testare il Virus-T si utilizza un coniglio bianco; per entrare nell'Alveare, i protagonisti attraversano un vetro a specchio; Kaplan si lamenta del tempo che manca, così come nella novella fa il Bianconiglio; Matt, come il Brucaliffo, è seduto su una parte rialzata quando Rain e JD sentono il primo zombie.
⟡ Nel film, il falso marito di Alice si chiama Spencer, riferimento al primo videogioco della serie che si svolge in una proprietà chiamata "Spencer Estate".
⟡ Il termine zombi non viene mai pronunciato.
⟡ Il presidente della Capcom Giappone e quello della sede USA di allora compaiono nei panni di due zombi.
⟡ Nella scena finale quando Alice si sveglia nello stanzone bianco vestita solo di un camice striminzito, esso non riesce a coprire le nudità dell'attrice che, così, cadendo dal tavolaccio, mostra un nuodo integrale del pube ma non del seno, visibile senza neanche giocare troppo con il fermoimmagine.
⟡ Il nome della protagonista, Alice, non viene mai pronunciato, scritto o identificato se non alla fine con i titoli di coda.
⟡ Tornati al corridoio dei laser che porta alla camera della Regina Rossa, si nota che i corpi dei cadaveri sono spariti. Questo è un riferimento ai videogiochi in cui i morti spariscono dall'ambiente se si abbandona un'area e poi si ritorna in essa.
⟡ Il codice che Kaplan ha difficoltà a ricordare è 04031965; il regista Anderson è nato il 4 marzo 1965.
⟡ La crew ebbe molto da fare a causa dei cani che, più che essere aggressivi, si aggiravano sul set a leccare il sangue finto.
⟡ Agli attori principali fu consigliato di esercitarsi col videogioco per entrare nella parte. Siccome molti attori non fecero in tempo a completare il gioco, si fecero delle copie di filmati di gamers che lo avevano finito.
⟡ La versione tedesca del film è tristemente famosa per il doppiaggio scarsissimo, pessimo a tal punto che alcuni l'hanno definito "pornosynchro".
⟡ La guardia zombi che attacca Alice dopo l'apparizione del primo cane zombi è Jaymes Butler, ex Navy SEAL e coordinatore degli stunt.
⟡ Durante tutte le riprese, Milla Jovovich, fra uno stunt e l'altro, è riuscita a ferire tre diversi membri della crew compreso il regista che si è trovato con un occhio nero. Va anche detto che i piccoli tagli e le ferite che si vedono sul corpo della bella attrice erano tutti veri, non frutto di make-up. La Jovovich ha compito tutte le scene d'azione da sola tranne una, per la quale il suo agente ha preteso la controfigura perché temeva che Milla finisse strangolata.
Titolo originale
Id.
Regista:
Paul W. S. Anderson
Durata, fotografia
101', colore
Paese:
UK, Francia, USA, Germania
2002
Scritto da Exxagon nell'anno 2006 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
