il Ritorno dei morti viventi

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Frank (James Karen), dipendente di un obitorio, racconta al giovane nuovo assunto Freddy (Thom Mat-thews) che la storia narrata nel film la Notte dei morti viventi ha ricamato su fatti tuttavia reali. Per darne prova, Frank mostra al ragazzo un barile che contiene un gas d’origine militare che ridà vita ai morti. Inavvertitamente, i due rompono il barile, i locali vengono inondati dal gas e un cadavere tenuto in cella frigorifera torna in vita. I due scoprono di non poterlo uccidere, anche se lo fanno a pezzi; quindi, lo cremano. Le ceneri del morto ricadranno sul cimitero rianimando un'orda di morti affamati di cervelli umani.

LA RECE

Originale e spassoso zombi-horror, con una venatura comedy che l'ha ingiustamento portato ad una certa marginalizzazione, giustamente amato dagli appassionati ma che potrebbe divertire anche il mainstream. Da recuperare.

Dopo aver girato la Notte dei morti viventi (1968), George Romero si mise d'accordo con i soci della Image Ten (John Russo, Russell W. Steiner, Rudy Ricci) e si prese il 50% dei diritti del film con il quale finanziò la produzione di Zombi (1978) e il Giorno degli zombi (1985). Russo, da parte sua, si mise a scrivere un racconto intitolato “The Return of the Living Dead” (1978) e cercò fondi per mettere su pellicola la sua creazione. Il racconto di Russo passò attraverso parecchie mani, finché Tom Fox, produttore indipendente, lo acquistò e chiamò O'Bannon alla regia, dal momento che quest'ultimo aveva ottenuto una certa notorietà grazie alla sceneggiatura di Alien (1979). O'Bannon pose alcune modifiche allo script e, soprattutto, scrisse tutti i dialoghi con l'intento di passare la regia a Tobe Hooper (Non aprite quella porta, 1974). Quest’ultimo, però, rifiutò, e O'Bannon si trovò a dover dirigere il suo primo lungo metraggio. L'intento principale del regista era evitare di dar vita a un sequel del lavoro di Romero, infatti il racconto di Russo sembrava proprio essere stato scritto come prosieguo logico de la Notte dei morti viventi. A tal fine, O'Bannon mise mano al racconto e lo arricchì di elementi comici onde evitare di invadere il territorio romeriano. Il risultato finale, benché ancora in debito con il film del ‘68, rappresentò una ventata d’originalità nel panorama zombi-horror di quegli anni. Le differenze fra i cadaveri di Romero e quelli di O'Bannon sono immediatamente evidenti: gli zombi di quest’ultimo non sono lenti e impacciati bensì aggressivi come nel 2002 lo saranno quelli di 28 giorni dopo. Oltretutto, occorre molto più che un semplice colpo in testa per fermarli: fatti a pezzi, ogni singola sezione anatomica non smette di muoversi. Anche gli approcci dei due registi divergono. I morti di Romero incarnano una metafora e sono mezzo per mettere in scena una critica sociale. O'Bannon rinuncia alla denuncia sociale e instilla nella sua opera un godibilissimo black-humor tale che qualsiasi cosa venga fatta dai protagonisti al fine di risolvere un problema non fa che causare ulteriori e peggiori problemi. I personaggi del film sono delle simpatiche macchiette, spesso estremizzate nel loro stereotipo: le insulse vittime dello slasher movie, qui, diventano punk che si abbandonano a demenziali party fra le tombe; non è più il killer che deve cercare le sue vittime ma le vittime che si fanno trovare pronte all'appuntamento con la morte. Sono soprattutto due le idee originali espresse nel film: il cadavere di una donna, in un tripudio di effettistica, confessa che i morti viventi mangiano il cervello dei vivi per placare il dolore fisico derivante dalla putrefazione; in secondo luogo, si ha l’occasione di seguire l'evoluzione o, meglio, l’involuzione di due protagonisti da vivi a cadaveri, il che permette allo spettatore di percepire la terribile progressione senza che si rinunci alla vena comica. Memorabile la scena che vede James Karen non accettare la propria natura di zombi finendo per chiudersi spontaneamente nel forno crematorio per eliminarsi. Difficilmente dimenticabile anche il cane sezionato che riprende vita. Un buon livello di splatter, anche se non eccessivo, riuscirà ad accontentare il gorehound. Se O'Bannon fosse riuscito ad affiancare all'horror e all'elemento comico anche qualche serio momento di paura, il film ne sarebbe uscito ancora meglio di quanto, in effetti, già faccia. Buono il cast in cui spicca la performance di Linnea Quigley nelle vesti di una punkettona che balla nuda sulla tomba, sequenza che la lanciò immediatamente nell'empireo delle scream queen. Molto valido anche Don Calfa nei panni dell'imbalsamatore Kaltenbrunner. Il Ritorno dei morti viventi è un horror ben fatto che non deluse né deluderà gli appassionati e che potrebbe piacere anche ai meno affezionati al genere. Il successo del film darà vita a una serie di seguiti: il Ritorno dei morti viventi II (1987), il Ritorno dei morti viventi 3 (1993), Return of the living dead: rave to the grave (2005), Return of the living dead: necropolis (2005).

TRIVIA

Daniel Thomas O’Bannon (1946-2009) dixit: “Hollywood è solo una macchina, funziona secondo un meccanismo. C'è questo assunto permanente tra i produttori e gli studios secondo cui nessuna sceneggiatura è buona. Ogni sceneggiatura che acquistano o che hanno scritto deve essere riscritta da diversi altri autori prima di essere filmata. Il problema è che la maggior parte dei produttori non ha alcun senso critico. Pertanto, se una determinata bozza di una sceneggiatura è eccellente e filmabile, non possono dirlo o non vogliono fare lo sforzo mentale per determinarlo. La fanno riscrivere automaticamente. Poiché la maggior parte delle sceneggiature di Hollywood sono davvero pessime, questo processo ha un effetto omogeneizzante e le migliora. Ma se la sceneggiatura è davvero buona, il processo ne abbasserà la qualità” (IMDb.com).

⟡ Nel film si legge una dichiarazione scherzosa: "Gli eventi ritratti in questo film sono tutti veri. I nomi sono veri nomi di gente reale e di organizzazioni esistenti".

⟡ Il film inizia venerdì 3 luglio 1984 ma, in quell'anno, il 3 luglio cadeva martedì.

⟡ Il cannone nucleare che si vede alla fine del film era veramente un cannone Howitzer tedesco della Seconda Guerra Mondiale.

⟡ Il poster del test oftalmologico nell'ufficio di Burt è composto da lettere che, se messe nel giusto ordine, compongono la frase "Burt is a slave driver and a cheap son of a bitch who's got you and me here", ovvero "Burt è lo schiavista e il figlio di puttana da quattro soldi che ci ha portati qui".

⟡ Il regista O'Bannon aveva scritto la parte di Frank su misura per se stesso, infatti avrebbe dovuto partecipare anche come attore. Tuttavia, quando James Karen arrivò sul set per ottenere un altro ruolo, O'Bannon rimase colpitissimo dal suo stile e lo ingaggiò all'istante per il ruolo di Frank. O'Bannon presenzierà nei panni di un senzatetto.

⟡ I produttori esecutivi tentarono più volte di mettersi in contatto con Romero per offrirgli di produrre il film ma quello non rispose mai.

⟡ Alcune comparse zombi furono pagate di più perché accettarono di mangiare del vero cervello di vitello.

⟡ I sacchetti che contenevano i resti tagliati del primo zombi vengono portati al forno per essere bruciati ma, come si vede nel film, ogni sacchetto si muove ancora. Per ottenere l'effetto, furono semplicemente messe nei sacchetti le famose scimmiette meccaniche che suonano i piattini; questi ultimi furono tolti per evitare il rumore.

⟡ Linnea Quigley sembra che si mostri totalmente nuda ma, in effetti, indossava un cache-sexe.

⟡ Sul retro del giubbotto di Freddy si legge "Fuck you". La produzione, tuttavia, pensando che questa cosa non sarebbe stata accettata dai canali televisivi se il film avesse avuto una diffusione video, creò un secondo giubbotto con la scritta "Television Version" che può essere visto, per l'appunto, nella versione del film che è passata sui canali televisivi americani.

⟡ Richard P. Rubinstein della Laurel Entertainment non voleva che la gente pensasse che questo film appartenesse alla serie creata da Romero. Fece causa con la finalità di impedire l'utilizzo della dicitura "Living Dead" ma gli arbitri dell'MPAA decisero altrimenti.

⟡ Come conferma il regista nei commenti del DVD, Ernie Kaltenbrunner è da ritenersi un ex nazista sfuggito ai tribunali internazionali. Che il personaggio abbia un passato nazista lo si deduce dal fatto che ascolta l’inno degli Afrika Corps "Panzer rollen in Afrika vor", che possiede una pistola Luger, che ha una foto di Eva Braun, e pure un disegno di Hitler e Hindenburg che giocano a carte.

⟡ Michael Allred è il più grande fan di questo film ed è grazie a lui che ne è stato fatto un DVD. Allred diede vita a una campagna internet per la creazione del supporto home-video gestendo un sito che riportava qualsiasi news riguardo al film. Contattò moltissime persone implicate nella realizzazione della pellicola, compreso Dan O'Bannon. Riuscì a mettere in contatto il regista con la MGM che deteneva i diritti del film e, così, si iniziò a pianificare la produzione del DVD. Giustamente, Allred si guadagnò sui titoli di coda un sentito ringraziamento da parte di O'Bannon e soci..

Titolo originale

The Return Of The Living Dead

Regista:

Daniel Thomas O'Bannon

Durata, fotografia

91', colore

Paese:

USA

Anno

1984

Scritto da Exxagon nell'anno 2007 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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