Excision

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Voto:

La diciottenne Pauline (Annalynne McCord) è una ragazza decisamente strana, il cui ribellismo è mal sopportato dalla controllante madre Phyllis (Traci Lords). La vita di Pauline si barcamena fra l’opposizione alle vacuità dei coetanei e il tentativo di esserne assimilata. Quindi, per compiacere le aspettative dei genitori e salvare la vita all’amata sorella Grace (Ariel Winter) che soffre di fibrosi cistica, Pauline decide di buttarsi nello studio della chirurgia.

LA RECE

Cinema gineceo con la riscrittura dei ruoli e dell'essere donna che, come spesso accade, riceve una rappresentazione tormentata alla meglio, patologica negli altri casi. Sarà davvero così? Film, comunque, non mal fatto ma fortino e, certo, non mainstream.

Nuovo corso dell’horror o, meglio, riflesso nel cinema horror delle inquietudini sociali connesse alla riscrittura dei ruoli di genere e al senso del maschile e femminile in questo inquieto globo terraqueo dei primi decenni del XXI secolo. Excision è l’ennesimo horror con una centralità assoluta delle figure femminili e una marginalizzazione di quelle maschili rappresentate palesemente come inefficaci, impalpabili e inette. Il lavoro di Bates Jr., quindi, va in colonna a lavori quali Licantropia evolution (2000), May (2002), Saint Ange (2004), the Descent - discesa nelle tenebre (2005), Feuchtgebiete (2013), Babadook (2014), Auguri per la tua morte (2017), Hereditary: Le radici del male (2018), per dirne solo alcuni. Film suoi nuovi tormenti di essere nuove donne, benché, in apparenza, sembrerebbe che Excision, espansione di un omonimo corto del 2008, sia una riproposizione in chiave femminile di E ora parliamo di Kevin (2011) a raccontare i contrasti fra figli disfunzionali e genitori pure. La protagonista Pauline, resa da una struccata e brufolosa McCord che tenta di essere bruttarella senza riuscirci, è la quintessenza della “diversa-intrigante” (medesima logica di Bella in Twilight, 2008) che non riesce a collimare, né vuole, con un mondo che la vorrebbe pulita e ordinata damina da ballo delle debuttanti. Il ribellismo di Pauline, tuttavia, mette un piede oltre il sacrosanto diritto di non conformarsi al mondo di una madre acquiescente allo status quo, e deraglia in fantasie e pratiche che la qualificano come squinternata da manuale. E finisce, come spesso accade nella fenomenologia di questo genere di film, che il mondo femminile di Excision sia bordeline: da una parte, soggetti che aderiscono in modo dipendente alle aspettative (maschili?), altre evitanti e distruttive verso quegli stessi modelli; certune, poi, fragili perché malate fisicamente e altre ancora semplicemente cafone. I maschi, d’altro canto, non riescono ad interagire con efficacia con questo tormentato mondo femminile che si scrive e riscrive continuamente, e si adagiano in esso più o meno profittevolmente. Quando è meno, è parecchio meno, con Pauline che si fa praticare un cunnilinguo mentre ha una perdita mestruale (certo, prima che il Rainbow Kiss diventasse un must). La quadra sembra ancora lontana dall’essere trovata e lo scontro fra istanze femminili antitetiche non può che portare al dramma, accresciuto con qualche furberia visiva con inserti onirico-erotici di una Pauline da copertina patinata che, nella sequenza più truce, si strappa a mani nude il feto da dentro e lo tiene in mano a penzoloni dal cordone ombelicale. Turbolenze, indolenze, erotismi e smart-talk in un angolo di mondo borghese interpretato da attori che sono, ironicamente, personaggi noti per il loro percorso iconoclasta: l’ex del porno Tracy Lords, il “filthy man” John Waters (Pink flamingos, 1972) nei panni di un pastore-psicologo, Ray Wise ex Leland Palmer di Twin Peaks (1990-1991) nelle vesti del preside, Malcolm McDowell (Arancia meccanica, 1971) come professore. Poi, quel finale con la folle operazione chirurgica e l’attrice McCord davvero rapata a zero. Il vero impatto visivo ed emotivo, il film lo ottiene, però, nell’ultimissima sequenza con le due donne, le due età, i due affetti e i due mondi femminili abbracciati a disperarsi. Excision è un’operazione curiosa e, tutto sommato, riuscita, interessante per lo scontro generazionale e le riflessioni sui generi che ne scaturiscono, più che per i quadretti eccessivi e per la ritrita descrizione di un’adolescenza ostica. Meno bello di Feuchtgebiete ma migliore di May; nel dubbio vedere il trittico.

TRIVIA

Richard Bates Jr. dixit: “Mi sono avvicinato ad Excision in questo modo. Penso di avvicinarmi così a tutto. Diciamo che stai ascoltando un album rock, per esempio. Penso che i fan di quella musica, o della maggior parte della musica, vogliano la varietà. Vogliono ogni tipo di strumentazione. Se non lo fai […] stai giocando sul sicuro. Con il cinema, trovo che la gente sia presa alla sprovvista dal giocare con generi diversi, e penso che sia ridicolo. Perché limitare i film in questo modo? […] Penso che il cinema vada in questa direzione e credo che la maggior parte dei film, un giorno, sarà così, mostrando influenze provenienti da diversi generi” (denofgeek.com).

⟡ Nessun dato, per ora.

Titolo originale

Id.

Regista:

Richard Bates Jr.

Durata, fotografia

81', colore

Paese:

USA

Anno

2012

Scritto da Exxagon nell'anno 2018; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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