la Porta sul buio
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Voto:
Il Vicino di casa. Due sposini (Aldo Reggiani e Laura Belli) si trasferiscono in una casa nuova. Il loro vicino (Mimmo Palmara) ha appena assassinato la moglie. ∎ Il Tram. Una ragazza viene uccisa su un tram. Il commissario Giordani (Enzo Cerusico) indaga ma un particolare sembra essergli sfuggito. ∎ Testimone oculare. Una donna (Marilù Tolo) denuncia alla polizia un omicidio al quale crede di aver assistito ma sulla scena non viene trovato nessun cadavere. Si dubita della salute mentale della testimone. ∎ La Bambola. La polizia cerca un pericoloso matto fuggito dal manicomio. Nel frattempo, una giovane donna (Mara Venier) che ruba una bambola viene avvicinata da un misterioso personaggio.
LA RECE
La RAI dei tempi che furono ingaggia l'emergente Argento per portare il giallo di richiamo in tv. Qualche atmosfera azzeccata, storie di moderato impatto. Ora è tutta roba di fascinoso modernariato.
Quasi all'apogeo del suo impero della paura che troverà realizzazione con Profondo rosso (1975) e Suspiria (1977), Dario Argento tentò la strada televisiva curando e producendo una serie di quattro mediometraggi che verranno trasmessi da RAI Uno a partire dal settembre 1973. Argento diresse uno degli episodi sotto pseudonimo per non associare il suo nome alla televisione e subentrò a Pariante per la regia del terzo episodio. Il pool registico proposto era composto da collaboratori dei Argento per l’Uccello dalle piume di cristallo (1970): Cozzi e Foglietti co-soggettisti e Pariante aiuto regista. I modelli dei quattro film sono quelli del thriller all'italiana fine anni '60 e alcuni tocchi di giallo '70 ma i toni sono smorzati per adattarsi al pubblico domestico non troppo avvezzo all'horror. Il risultato globale non è dei più esaltanti ma si respira la sinistra atmosfera tipica dello spaghetti thriller, il che non è male. Il loro valore storico è di certo superiore alle qualità tecnica in senso stretto. Ogni episodio è introdotto da un Dario Argento palesemente a disagio davanti alla cinepresa che sproloquia come Rod Serling in Ai confini della realtà (1959-1964) o Hitchcock per Alfred Hitchcock presenta (1955-1962). ∎ Il Vicino di casa. Luigi Cozzi ammise d’aver tratto ispirazione da la Finestra sul cortile (1949) di Hitchcock per la scrittura di questo horror-thriller con uxoricida e coppietta di scomodi testimoni, benché, poi, la soluzione del caso ricordi “Il Cuore Rivelatore" di Edgar Allan Poe. È il film, dei quattro, in cui meno si sente la presenza di Argento; nondimeno, Cozzi riesce meglio qui che altrove. La casa disadorna, buia e le persone che la abitano riescono ad orchestrare un'atmosfera da brutto sogno. La trama non è per nulla complessa e originale ma la tensione regge. Interessante il vicino di casa omicida più triste che cattivo, e bravo l'attore Reggiani (il Gatto a nove code, 1971) nei panni del maritino; meno esaltante la performance della Belli. Il film che i due guardano in tivù è la commedia horror il Cervello di Frankenstein (1948). ∎ Il Tram. Il Dario nazionale recupera un'idea che aveva eliminato nella scrittura de l'Uccello dalle piume di cristallo e dirige un film che ha la particolarità, differentemente dagli altri suoi lavori, di avere come protagonista un commissario di polizia simpatico e scaltro, però, messo in scena da Cerusico con qualche cantilena regionalistica di troppo. Il nucleo tematico, poiché sempre di Argento si tratta, è il solito particolare che sfugge e che, ovviamente, è l'elemento risolutivo del caso. Il regista sperimenta inquadrature e scene che userà in futuro: la bocca della donna urlante ricorda qualcosa che si vedrà in Opera (1987). Presenti all'appello anche l'ossessione per il dettaglio, alcuni siparietti comici (per una volta riusciti) e uno stuolo di caratteristi. La musica jazz è, naturalmente, di Gaslini. Come film in sé non è il massimo ma per un connoisseur è come tornare al paesello in cui si erano fatte le elementari. Alla fine, Argento piazza una riflessione sociopolitica sui criminali dal colletto bianco che ci sta come i cavoli a merenda. ∎ Testimone oculare. Firma Roberto Pariante che aveva una carriera come assistente alla regia ma, in pratica, realizza Dario Argento perché il primo viene sollevato dall’incarico dopo cinque giorni di lavorazione, dato che il secondo lo riteneva registicamente poco ispirato. Riconoscibile lo stile di Argento (stacco sull’asse) e una serie di rimandi a l’Uccello dalle piume di cristallo e 4 mosche di velluto grigio (1971). La storia procede con toni cupi e volutamente insicuri, partecipe dei dubbi della protagonista interpretata dalla Tolo, donna dalla bellezza non canonica e, quindi, ancor più intrigante. Il film manca del tutto d’ironia e si costruisce con un continuo accumulo di tensione. La polizia, qui, diversamente da come accade ne il Tram, riesce a fare il proprio lavoro solo per puro caso. La soluzione della faccenda, con dinamica persecutoria, si rifà allo spaghetti thriller anni '60 e meno al giallo argentiano. Intrigante ma non troppo. ∎ La Bambola. Mystery con una buona soluzione finale. La paura non è l'arma di questo episodio che intesse una storia mirata programmaticamente a depistare lo spettatore. Il risultato non è malaccio ma l'impatto de la Bambola si basa tutto sul twist finale, mentre, nel percorso, manca di suspense. Il cast, però, è da urlo. La bella di turno è niente meno che Mara Venier al suo esordio davanti alla cinepresa; bella, ai tempi, ma recitare non era il suo forte. Quindi, abbiamo il Robert Hoffmann di tanto cinema di genere italiano (la Morte non ha sesso, 1968; Ragazza tutta nuda assassinata nel parco, 1972; Passi di danza su una lama di rasoio, 1973; Spasmo, 1974) e, last but not least, Gianfranco D'Angelo nei panni serissimi di un commissario di polizia; da non perdere, anche perché è uno dei pochi ruoli non comici del mitico D'Angelo. La presenza del Tenerone in un ruolo compassato è impagabile, ma il mediometraggio è scarso.
TRIVIA
⟡ Nessun dato, per ora.
Regista:
Luigi Cozzi, Sirio Bernadotte [Dario Argento], Roberto Pariante, Mario Foglietti
Durata, fotografia
60' ad episodio, colore
Paese:
Italia
1973
Scritto da Exxagon nell'anno 2012; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
