la Casa 5
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Voto:
Peter (Gene LeBrock), un pastore protestante, va ad abitare con la propria famiglia in una casa abitata dallo spirito di una strega infanticida devota al demone Ameth. Un altro prete (David Brandon), ormai provato per le proprie esperienze a stretto contatto col Male, aiuterà la famiglia ad affrontare la strega.
LA RECE
Derivativo al massimo, in una fase storica non fortunata per il cinema di genere italiano. Per irriducibili.
Ultima fatica di Fragasso nel panorama horror. Ultimo film prodotto da Joe D'Amato fra i tre che avrebbero sfruttato il successo de la Casa (1981) di Raimi appioppandosi spudoratamente, sul territorio italiano, lo stesso titolo (certo, non l'originale!) ma discostandosi totalmente nelle tematiche e, manco a dirlo, nello stile. Dopo la Casa 3 - ghosthouse (1988) e la Casa 4 - witchcraft (1989) arrivò questo quinto (terzo) capitolo che vede protagonista un pastore di anime e la sua famiglia alle prese con una casa che sarebbe stata costruita su una delle porte dell'Inferno. E da qui si può iniziare un lungo elenco di titoli dai quali Rossella Drudi e lo stesso Fragasso, al soggetto, hanno più o meno saccheggiato facendo di questa Casa 5 un prodotto di estrema derivatività. Come non pensare a Inferno (1980) di Argento, a ...E tu vivrai nel terrore! l'Aldilà (1981) di Fulci o ad Amityville 3D (1983) quando si tratta di portali casalinghi verso maligne dimensioni parallele? Come non può venire in mente Nightmare - Dal profondo della notte (1984) nel momento in cui si discute di un'infanticida e di un demone che si fa forte nutrendosi delle anime dei bambini? E perché non citare l'Esorcista (1973) se abbiamo un bimbo da esorcizzare e la fede di un prete messa alla prova? E poi: streghe giustiziate in un lontano passato? La Maschera del demonio (1960). Presenze demoniache messe a guardia dell'Inferno? Hellraiser (1987). Una casa scossa da forze paranormali? Poltergeist (1982). Un serial killer sulla sedia elettrica? Sotto shock (1989). C'è un po' di tutto, dunque, ma non nelle giuste dosi e, soprattutto, non nei giusti modi. Il plot è confuso, i dialoghi non vanno, gli effetti speciali sono fiacchi, il sangue latita completamente e la paura è data solo da braccia che escono a sorpresa dalle porte. Fragasso punta sulla tensione piuttosto che sullo splatter ma l'azione è spesso lenta e i momenti di paura sono pochi e risaputi. Funziona, almeno, la performance degli attori, soprattutto quella di David Brandon (Deliria, 1987; le Foto di Gioia (1987) nei panni di George, prete spretato: un po' scolastico ed eccessivo ma, tutto sommato, convincente e convinto. Per quanto si possa apprezzare l'impegno di Fragasso nel non trasformare tutto in un madornale trash, è innegabile che la Casa 5 si vada a situare nella parte bassa della classifica. Un documento di come il cinema di spavento di casa nostra avesse concluso, con la fine degli anni '80, il suo periodo di splendore, di come le idee buone fossero ormai finite e si rantolasse accodandosi ai successi internazionali.
TRIVIA
Claudio Fragasso (1951) dixit: "Il cinema deve essere un'industria, come la tv. Mediaset raccoglie diciamo ventimila miliardi e altrettanti vanno alla Rai. Il cinema dovrebbe diventare un comune denominatore per il pubblico che non va a vedere il film di Moretti o Muccino, ma il cinema italiano. [...] La perdita delle sale di seconda visione è stato un trauma. Il grande successo di certi film degli anni '70-80 stava proprio lì. Ora l'onda lunga è rappresentata dalla tv, dalla pay tv, dai vhs e dai dvd. Il problema è che il pubblico televisivo è più di bocca buona, mentre quello cinematografico è più selettivo. Magari un film incassa cinque miliardi in sala, ma poi arriva a 20 nel complesso" (news.cinecitta.com).
⟡ Nessun dato, per ora.
Regista:
Clyde Anderson [Claudio Fragasso]
Durata, fotografia
95', colore
Paese:
Italia
1990
Scritto da Exxagon nell'anno 2008; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0
