Hellraiser

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Voto:

La strafatta Riley (Odessa A'zion) s’accompagna con un boy che proprio non va, e che la convince al furtarello. Quest’ultimo atto fa saltare fuori la Lament Box, ovvero il più che mitico cubo puzzle che, se aperto, spalanca sulla nostra realtà la porta di una dimensione di conoscenza, dolore e piacere abitato dai Cenobiti, orribili ex umani votati all’Inferno, qui capeggiati da the Priest (Jamie Clayton). E abbiamo capito che Riley è una che non si tiene le mani in tasca…

LA RECE

Reboot tecnicamente competente ma spiritualmente sterilizzato, nel quale il cambio di genere per Pinhead e per i protagonisti appare più come concessione alle politiche di rappresentazione Disney che una scelta artistica significativa. Il film riduce le raffinatezze filosofiche dell'originale - l'ambivalente dinamica tra dolore e piacere - a una banale lezione morale di peccato e redenzione per una tossica in cerca di espiazione.

Reboot di un ormai storico capitolo dell’horror, quel Hellraiser di Clive Barker che ci aveva presentato una visione non comune, connessa ad un inferno diverso da quello della tradizione cristiana, un non-luogo dell’abiezione abitato da orribili cenobiti che custodiscono le chiavi di un’ambivalente dinamica fra dolore e piacere, fra illuminazione e perdizione, un sublime strazio incomprensibile in vita. Un’idea strana, quella del regista scrittore Barker, certamente più prossima al BDSM che al gotico o al semplice cinema splatter, la quale, però, nei film susseguitisi col franchise nato da questo primo lavoro del 1987, si è andata sfilacciando e banalizzando, lasciando alla memoria dei fan soprattutto il cubo che chiama alla nostra realtà i Cenobiti, o Supplizianti che di si voglia, e il volto a puntaspilli di Pinhead, interpretato con severa mestizia da Doug Bradley, ancora attivo come attore ma, dal 2005, disconnessosi dal personaggio filmico che lui ha innalzato ad icona. David Bruckner (il Rituale, 2017) si confronta con l'eredità visionaria di Barker, che non può essere del tutto stravolta, dovendo, comunque, cercare un rinnovamento. Quello che dovrebbe risultare un ripensamento della faccenda, risulta, ahimè sterilizzato dall'accodarsi alla necessità, ormai un po’ nevrotica, di rileggere tutto al femminile. Quindi, qui, abbiamo una donna in processo di penitenza contrapposta ad un'altra, algida e, lei sì, parecchio emancipata, ma entrambe, per non sbagliarsi, attraenti: la prima selvaggia e con le labbra tumide, la seconda un filo un po’ più inaccessibile con tutti quei chiodi in faccia ma, se si vuole, un modo, insieme, lo si trova. Utilità reale perché i protagonisti di questa storia fossero di sesso femminile? Nessuna, ma le politiche di rappresentazione, attualmente, sono queste e ricordiamoci che la 20th Century Studios dal 2019 è della Disney. A dirla tutta, comunque, nella novella originale di Barker, “The Hellbound Heart”, il Cenobita aveva una voce femminile, e nel fumetto Hellraiser scritto sempre da Barker e pubblicato nel 2010, Kristy Cotton diventa una versione femminile di Pinhead e leader dei Cenobiti, perciò, il film di Bruckner si avvicina più del previsto ai sacri testi. Tuttavia, qui, la Priest risulta meno inquietante di Pinhead, forse perché più glam che trasgressiva; poteva valere la pena pensarla più feroce se si voleva giocare in maniera perturbante con il genere. Inoltre lei, come gli altri Cenobiti, vengono tenuti nella nostra realtà, mentre sarebbe stato più interessante, oggi che si può spaziare con il digitale, che ci facessero esplorare l’universo infernale. Tutto viene ridotto ad un (video)gioco a livelli, ben rappresentato dalle progressive configurazioni del Cubo, con una protagonista che pialla le raffinatezze perverse e filosofiche dell’originale presentandosi come una giovane “peccatrice” (tossicodipendenza come nel remake la Casa, 2013, antisocialità, sesso anaffettivo, …) che deve espiare e redimersi; francamente, una lezione morale banalotta e didascalica. Funzionano senza dubbio il sonoro, la scenografia, e la creazione di un team di Cenobiti, ognuno con il proprio nome, in modo da allettare la mente dell’appassionato che, generalmente, tende alla collezione: della Sacerdotessa abbiamo detto, poi c’è Chatterer - il Chiacchierone, o Pappolone per i più intimi, personaggio già presentato anni orsono -, the Weeper (Lacrimosa), the Gasp (Ansima), the Asphyx (Asfissia), the Mask (Maschera), the Mother (Madre); tutti con un aspetto biomeccanico che richiama le fantasie sexy-horror di H.R. Giger. Meglio di buona parte dei predecessori e, quindi, non è tempo perso ma è come se al film mancassero le unghie, cosa che diventa ancor più evidente se alla storia, per com'è, vengono dedicate due ore. Ripetiamo insieme tutti i film del franchise seguenti al primo capitolo: Hellbound: Hellraiser II - prigionieri dell’inferno (1988), Hellraiser III - inferno sulla città (1992), Hellraiser - la stirpe maledetta (1996), Hellraiser 5: Inferno (2000), Hellraiser: Hellseeker (2002), Hellraiser: Deader (2005), Hellraiser VIII: Hellworld (2005), Hellraiser: Revelations (2011), Hellraiser: Judgment (2018).

TRIVIA

Clive Barker (1952) dixit: “E così, sento che l'ordine li rende spaventosi. La loro calma [...] Quello che fa il mostro convenzionale è seminare caos e dolore, che ti piaccia o meno. Quello che Pinhead dice è: "Niente lacrime. Per favore. È uno spreco di buona sofferenza". In altre parole, cerca di farti capire il suo argomento. Freddy Krueger non lo farà. Freddy Krueger ti picchiava a sangue finché non obbedivi.” (Bloody-Disgusting).

⟡ Le sei configurazioni della Lament Box rappresentano i suoi sei doni: Lamento ("vita"), Lore ("conoscenza"), Lauderant ("amore"), Liminal ("sensazione"), Lazzaro ("resurrezione") e Leviatano ("potere").

⟡ La cenobita Gasp presenta due tratti anatomici che richiamano delle “colleghe” viste in precedenza: la sua pelle sulla gola è tagliata e modificata in modo da richiamare la forma della vulva in maniera similare a quanto visto per la suppliziante in Hellbound: Hellraiser II, mentre la pelle del cuoio capelluto è allungata e tirata verso il basso fino alle spalle come l'aveva la cenobita Angelique di Hellraiser: Bloodline.

⟡ Trevor, trovando un bar poco fornito, offre a Nora un drink con scritto "What's your pleasure?", citazione di una frase che ricorreva nei film precedenti.

⟡ Doug Bradley, il volto storico di Pinhead, così, su Twitter, ha commentato il film: "Sono sbalordito! La sapiente riprogettazione del make-up; il luccichio degli spilli; la tavolozza; Qualunque cosa sia quella cosa del buco della serratura/medaglione/tracheotomia alla gola. È semplice, sottile, inquietante e sexy. Tutto ciò che dovrebbe essere. Pace e dolore, Doug". Bruckner e la troupe hanno contattato Bradley per fare un cameo nel film, ma Bradley ha rifiutato per due motivi: in primo luogo, potenziali complicazioni con la pandemia di COVID-19 in corso e, in secondo luogo, il suo desiderio di lasciare intatta l'eredità della sua interpretazione di Pinhead, una decisione che Bruckner e la sua troupe hanno compreso.

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Titolo originale

Id.

Regista:

David Bruckner

Durata, fotografia

121', colore

Paese:

USA

Anno

2022

Scritto da Exxagon nell'agosto 2025 + TR; testo con licenza CC BY-NC-SA 4.0

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